Medicina Tradizionale Cinese: come funziona il corpo e come si cura
Medicina Integrata
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Secondo la Medicina Tradizionale Cinese il corpo umano è strutturato in cinque organi pieni, in rapporto con tutti gli altri organi e visceri che sono sotto la sua direzione/protezione. In questo articolo scopriamo come funziona il corpo e come si cura secondo questa antica medicina tradizionale
Gabriele Muratori - 13/05/2024
Secondo la Medicina Tradizionale Cinese il corpo umano è strutturato in cinque organi pieni (zang): cuore (xin), polmoni (fei), reni (shen), milza-pancreas (pi), fegato (gan), e cinque visceri cavi (fu): intestino crasso (dachang), stomaco (wei), intestino tenue (xiaochang), vescica (pangguang), cistifellea (dan), triplice riscaldatore (sanjiao); quest’ultimo è considerato il sesto viscere e non ha una sua struttura anatomica, ma è invece un viscere/funzione, in rapporto con tutti gli altri organi e visceri, che sono sotto la sua direzione/protezione.
Organi (yin) e visceri (yang) sono tra loro dipendenti e complementari e ciascuno di essi rappresenta un “insieme energetico” e ricopre specifiche funzioni che si allargano anche alla sfera psichica; per esempio:
- il fegato determina nell’individuo la capacità decisionale e strategica oltre ad avere implicazioni metaboliche e sul sangue;
- il cuore, che comprende l’apparato cardiovascolare e la parte dell’encefalo deputato a sentimenti ed emozioni, è la sede dello spirito vitale e permette all’individuo di essere cosciente di sé e di determinare il suo posto nell’universo focalizzando i corretti andamenti esistenziali;
- la milza guida le funzioni pancreatiche e il sistema linfatico, ma determina anche la capacità cogitativa e memorizzatrice essendo la sede del pensiero;
- il polmone, che governa l’insieme del sistema respiratorio e la funzione cutanea (epidermide e peli), è anche artefice della capacità introspettiva e infine il rene che, oltre alla funzione urinaria, regola quella endocrina, delle ghiandole surrenali e riproduttiva delle gonadi ed è sede della volontà e del vigore fisico.
La terapia
Scopo della terapia è ripristinare il più possibile, nel tempo, l’equilibrio energetico proprio di quella persona, tenendo conto della fase della vita dell’individuo e delle sue caratteristiche intrinseche. Più si ritrova quell’equilibrio e più la persona riabbraccerà la salute psicofisica.
La terapia si avvale fondamentalmente di cinque metodiche, ciascuna con proprie indicazioni e caratteristiche preferenziali applicabili in base alla diagnosi fatta dal medico.
Le metodiche sono: Agopuntura, Massaggio (Tui Na), Dietetica, Farmacologia e Ginnastiche mediche.
La dietetica e le ginnastiche mediche sono molto utilizzate anche per la prevenzione dalle malattie in base alle caratteristiche di terreno costitutivo della persona. Le altre sono, generalmente, più utilizzate in terapia cioè quando la malattia è apparsa o si è manifestata da tempo.
L'Agopuntura
Sulla efficacia dell’Agopuntura e sulla sua capacità di modulare i più fini eventi cellulari ormai non vi è alcun dubbio. Parlare di efficacia comprovata dell’Agopuntura nella sola terapia del dolore rappresenta una visione obsoleta e riduzionistica.
Numerosissimi sono gli studi eseguiti nelle università di tutto il mondo e anche in quelle americane, presso le quali l’azione terapeutica dell’Agopuntura e la corrispondenza delle teorie filosofiche tradizionali con i risultati di ricerche cliniche e di laboratorio, suscitano sempre maggiore interesse e producono conferme sempre più valide, al punto tale che si attribuisce a questa metodica la proprietà di modulare l’espressione genica, regolando la crescita e il differenziamento cellulare.
Citiamo, tuttavia, il risultato di soli tre lavori tra i tanti fatti, che riassumono i meccanismi d’azione principali dell’Agopuntura.
Il primo lavoro è stato prodotto dall’Università di Harward, con l’aiuto dell’équipe del Massachusetts General Hospital, che possiede uno dei più grandi centri di neuroimaging del mondo. Grazie a questo metodo è stato dimostrato che l’Agopuntura può controllare direttamente il cervello emotivo.
Stimolando un solo punto, situato sul dorso della mano fra il pollice e l’indice, lo studio ha messo in evidenza un’anestesia parziale a carico dei circuiti del dolore e della paura.
Questo punto, chiamato «intestino crasso 4» nei manuali di Agopuntura cinese, è uno dei più antichi e più utilizzati proprio per controllare la sofferenza e l’ansia.
Lo studio compiuto ad Harvard dimostra che l’Agopuntura è effettivamente in grado di bloccare le aree del cervello emotivo responsabili dell’esperienza della sofferenza e dell’angoscia, e ci permette di capire meglio risultati impressionanti come, per esempio, le rapidissime regressioni del dolore anche in pazienti oncologici.
Mi è capitato personalmente di trattare nel 2007 una signora operata di carcinoma vescicale, portatrice di stomia, che doveva ricorrere alle terapie del pronto soccorso per coliche violentissime almeno ogni quattro o cinque giorni. Una volta i familiari mi hanno chiesto cortesemente la visita domiciliare e, quasi disperato anch’io, ho pensato di praticarle l’Agopuntura. In attesa di concludere la seduta i familiari mi hanno offerto un caffè e un po’ di conversazione ecc., e di mano in mano che trascorreva il tempo i gemiti della signora si facevano sempre meno strazianti, fino a che si è calmata del tutto.
Proseguendo un certo numero di sedute, da allora le coliche non si sono più presentate e la signora sta tuttora bene.
Una seconda indicazione ci viene dagli esperimenti sui conigli resi insensibili al dolore fisico e sugli eroinomani in disintossicazione. I dati raccolti suggeriscono anche un’azione stimolante dell’Agopuntura sulla secrezione di endorfine, le piccole molecole prodotte dal cervello che agiscono con un meccanismo simile alla morfina e all’eroina.
I ricercatori cominciano a individuare anche un terzo meccanismo d’azione: una seduta di Agopuntura avrebbe una diretta influenza sull’equilibrio fra le due branche del sistema nervoso autonomo, aumentando l’attività di quello parasimpatico (il “freno” della fisiologia) a spese del simpatico (“l’acceleratore”). Questa tecnica favorirebbe dunque la coerenza del ritmo cardiaco e, più in generale, permetterebbe di riequilibrare tutte le funzioni degli organi del corpo, con conseguenze del tutto chiare sull’equilibrio generale e di grande portata terapeutica.
Riprenderemo in seguito questo importante aspetto. L’importanza di questo equilibrio per il benessere emotivo, la salute, il rallentamento dei processi di invecchiamento e la prevenzione della morte improvvisa è stata sancita con articoli apparsi su tutte le riviste scientifiche più autorevoli del mondo come «The Lancet», «The American Journal of Cardiology», «Circulation», solo per citarne alcune. Questo equilibrio fisiologico corrisponde a quello dell’energia vitale, o Qi, di cui parlano testi orientali di 2500 anni fa?
Da questo secondo capitolo possiamo trarre una seconda chiave neurofisiologica per essere medici di se stessi: il controllo delle emozioni negative (con tutti i sistemi che ne favoriscono l’efficacia), l’autoproduzione di endorfine (con tutte le tecniche adeguate) e l’attivazione del sistema parasimpatico (con tutte le tecniche adeguate) attivano tutte le proprietà di autoguarigione che portano al benessere emotivo e fisico, alla salute e al rallentamento dei processi d’invecchiamento.