Tumore alla prostata: nuovo test non invasivo da una ricerca tutta italiana
Medicina Integrata
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È di un gruppo di ricercatori italiani la scoperta di un nuovo test per la diagnosi del tumore alla prostata che si effettua con un semplice prelievo di sangue e consentirebbe di evitare la biopsia
Redazione - Scienza e Conoscenza - 16/10/2019
È un risultato tutto italiano quello portato a casa dai ricercatori dell'Istituto superiore di sanità (Iss), con l'unità di Neuroimmunologia dell'Irccs Fondazione Santa Lucia e con il dipartimento di Scienze urologiche del Policlinico Umberto I di Roma. Si tratta di un nuovo test per la diagnosi del tumore alla prostata che si effettua con un semplice prelievo di sangue e consentirebbe di evitare la biopsia, superando i limiti del Psa, l'esame diagnostico oggi più diffuso e utilizzato come indicatore di possibili malattie della prostata.
Lo studio, pubblicato su 'Cancers', mostra come il nuovo metodo abbia una "precisione diagnostica pari al 100% di specificità (nessun falso positivo) e al 96% di sensibilità", sottolineano i ricercatori. In base a questi risultati, su 100 pazienti 96 "potrebbero non avere bisogno di ulteriori approfondimenti diagnostici e con l'allargamento della base dei dati si potrà arrivare, in tempi relativamente brevi, a una procedura decisionale ottimale che renderà necessarie ulteriori analisi invasive a numero minimo di pazienti. Ciò renderà possibile cambiare in modo significativo la gestione clinica del paziente colpito da cancro alla prostata consentendo anche di intervenire con una prevenzione secondaria molto più efficace basata sia su terapia chirurgica che medica".
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Ma cosa misura il nuovo test tramite prelievo di sangue che fino a poco fa i ricercatori non riuscivano a "vedere"?
"Fino ad oggi il dosaggio della Psa sierica, cioè il dosaggio dell'antigene prostatico specifico non era in grado di operare efficacemente la discriminazione tra le patologie maligne e quelle benigne che spesso coesistono nello stesso paziente - afferma Stefano Fais, del dipartimento Oncologia e medicina molecolare dell'Iss - grazie a questo nuovo test, invece, attraverso un semplice prelievo ematico è possibile diagnosticare la natura della neoplasia grazie alla possibilità di caratterizzare e quantificare i livelli plasmatici di exosomi che esprimono la Psa".
Gli exosomi sono delle vescicole extracellulari di dimensioni nanometriche rilasciati dalla maggior parte delle cellule del nostro organismo: servono a scambiare e trasportare molecole tra le cellule, contengono materiale genico e hanno una loro propria vibrazione. Gli exosomi sono da considerarsi i biomarcatori di malattia del futuro.
Per l'Iss ha partecipato al lavoro, oltre a Stefano Fais, Mariantonia Logozzi, dello stesso dipartimento, che ha messo a punto ed eseguito la totalità dei test, mentre l'analisi statistica è stata eseguita, in collaborazione con il Dipartimento Ambiente e salute, da Alessandro Giuliani. Il Policlinico Umberto I ha curato sia la raccolta dei dati clinici dei pazienti che la raccolta dei campioni e l'Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma, grazie alla collaborazione di Daniela Angelini, ha messo a punto le analisi cito-fluorimetriche.
Fonte: Adnkronos Salute