Oncologia Integrata: intervista a Maurizio Pianezza
Medicina Integrata
Medicina Integrata
Farmaci convenzionali a basso dosaggio, piante medicinali e micronutrienti per modulare le cellule staminali danneggiate che causano il cancro
Valerio Pignatta - 09/11/2022
Questo articolo è tratto da Scienza e Conoscenza 73.
Sulla difficile strada della ricerca di terapie efficaci per la cura del cancro abbiamo intervistato il dottor Maurizio Pianezza, medico oncologo che rappresenta oggi nel nostro Paese una delle voci più autorevoli nell’ambito della medicina integrata applicata ai tumori.
Lei inquadra il suo lavoro di ricerca e di prassi terapeutica all’interno di una panoramica più ampia di quella solitamente prospettata dalla medicina convenzionale. Ci può spiegare quali sono le sue premesse culturali e scientifiche di riferimento?
Le mie premesse culturali e scientifiche di riferimento risalgono agli anni Novanta del secolo scorso quando si individuò, prima nei tessuti normali e poi in quelli patologici, la presenza delle cellule staminali unipotenti (cioè cellule staminali capaci solo di differenziarsi in una singola tipologia di cellula) e cellule staminali multipotenti (cioè cellule staminali capaci di differenziarsi in almeno due tipologie cellulari). Questo argomento, affrontato nel mio ultimo libro Un paradigma nella terapia del cancro, può portare a grandi riflessioni e stimolare di conseguenza diverse domande: la fondamentale è quella di chiedersi come è possibile che le varie strategie e tecnologie utilizzate nella cura del cancro abbiano ancora una percentuale di fallimento così elevata.
Una delle possibili risposte, quella in cui credo di più, è che la biologia del cancro sia diversa da quella attualmente condivisa. Sino a una quindicina di anni fa sembrava certo che il ricambio cellulare in un essere umano fosse garantito da cellule differenziate attraverso la loro attività replicativa. Lo studio delle cellule staminali, grazie a tecnologie sempre più sofisticate, ha radicalmente cambiato questa convinzione. L’essere umano dopo la nascita è governato, sia nelle fasi di crescita che di mantenimento nell’età adulta, dall’attività delle cellule staminali.
I meccanismi biologici delle cellule staminali, dallo zigote alla nascita dell’essere umano, sono noti da tempo e simili, per quanto noto, sono i meccanismi biologici di queste cellule dopo la nascita.
[PRODOTTO_PH_8177]
Grazie all’identificazione delle staminali oggi sappiamo che i vari tessuti crescono e vengono rinnovati da queste cellule definite tessuto-organo specifiche. La staminale possiede una replicazione diversa dalla cellula differenziata. La replicazione staminale genera una cellula uguale a sé stessa detta cellula madre (autorinnovamento) e una cellula figlia, con diverse caratteristiche biologiche, da cui trae origine la cellula differenziata di un determinato tessuto. Per effetto di questa caratteristica biologica “la malattia” non può che derivare da una cellula staminale che, subito un “danno”, lo trasmette al tessuto.
Questo nuovo modo di concepire la “malattia” provoca un profondo cambiamento eziologico obbligando a intraprendere percorsi terapeutici assai differenti dagli attuali.
La “malattia cancro” non può essere estranea a questo cambiamento eziologico. La caratteristica di criticità della patologia oncologica non sta tanto nel poterla condizionare, quanto nell’evitarne la progressione per resistenza ai farmaci utilizzati o la ricaduta anche dopo molto tempo, condizioni che vengono indotte proprio dalle cellule staminali del cancro.
Su queste considerazioni si basa un nuovo paradigma nella cura del cancro che descrivo nell’ultimo capitolo del mio libro. Una strategia terapeutica che segue un preciso algoritmo e si modula secondo i comportamenti che il cancro via via esprime e la risposta clinica che ne consegue.
[PRODOTTO_PH_7490]
Nel protocollo da lei messo a punto, utilizza farmaci convenzionali riconosciuti (e regolarmente registrati) dagli Enti di controllo FDA, EMEA e AIFA. Ci potrebbe dire quali sono questi farmaci e però in che diversa modalità lei li utilizza? Ossia qual è la sua intuizione fondamentale?
Le molecole farmacologiche che ricevono l’AIC (Autorizzazione all’Immissione in Commercio) da parte degli Organi Competenti spesso vengono limitate a una farmacodinamica (attività terapeutica) prevalente perché meglio studiata e/o proposta dalla ditta farmaceutica ma possono possedere, se adeguatamente studiate, anche differenti attività farmacologiche. Oggi noi sappiamo che ancora lontana è la possibilità di utilizzare come terapia le cellule staminali per la patologia oncologica, ma sappiamo che le stesse possiedono delle caratteristiche peculiari tali da consentirne il loro favorevole condizionamento:
- il primo step è mettere queste cellule in fase non replicativa, cioè inibire uno specifico recettore staminale noto per non far replicare le cellule malate;
- il secondo step è inibire selettivamente i meccanismi che forniscono energia per il mantenimento e la replicazione delle cellule malate.
I pazienti e i parenti che si trovano di fronte a una diagnosi di cancro per la quale viene proposta una cura palliativa o la cura praticata si rivela inefficace, ricercano altri possibili itinerari terapeutici.
La mia terapia viene applicata prevalentemente in questi casi nel rispetto dell’etica di comportamento universalmente riconosciuta dalla Comunità Scientifica. La mia terapia utilizza farmaci regolarmente registrati dagli Enti di controllo, FDA, EMEA, AIFA, applicati, rispetto ai “protocolli ufficiali”, in “modo diverso”, ottenendo risultati positivi e assenza di significativi effetti collaterali. Inoltre la terapia può essere assunta a casa con indiscussi vantaggi anche dal punto di vista psicologico...