Pelle: come si sviluppa durante la vita uterina?
Medicina Integrata
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La pelle è un organo complesso e molto esteso: è il nostro tessuto di contatto, di separazione, di confine e di relazione con il mondo esterno. Per iniziare a capirla e conoscerla meglio impariamo come nasce e si forma nel grembo materno
Redazione - Scienza e Conoscenza - 30/06/2023
Tratto dal libro Ascoltando la pelle di Antonio Del Sorbo.
Poco dopo il concepimento, l’embrione è costituito da tre strutture principali, i foglietti embrionali, denominati rispettivamente: endoderma, mesoderma ed ectoderma.
Man mano che l’embrione si evolve, ognuno di questi tre foglietti embrionali darà luogo alla formazione di particolari tessuti (insieme di cellule), che andranno a formare gli organi osservati nel bambino alla nascita.
Negli esseri viventi, i tessuti che rivestono un maggiore ruolo funzionale in termini di sopravvivenza iniziano a svilupparsi fin dalle prime settimane dal concepimento.
Nell’embrione umano, una bozza di cute primordiale inizia a rendersi ben visibile già intorno alla quinta settimana di gestazione. In quest’epoca gestazionale la cute è composta essenzialmente dal derma (derivato dalla porzione dorso-laterale del mesoderma parassiale) rivestito in superficie da una membrana provvisoria detta periderma o epitrichio, che poggia su un sottilissimo strato di cheratinociti (strato basale o germinativo).
Sia il periderma che il sottostante strato basale hanno un’origine ectodermica, e sono una prima bozza della futura epidermide.
Nel primo mese di vita, l’embrione dispone già di un rivestimento cutaneo primordiale di protezione, di derivazione prevalentemente mesodermica, costituito per oltre il 95% da acqua, e che in seguito andrà man mano perfezionandosi con la sovrapposizione di nuove strutture (epidermide e annessi cutanei), sviluppando funzioni molto più sofisticate rispetto al semplice, seppur importante, ruolo di protezione.
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Alla sesta settimana di gestazione, dal mesoderma precordale inizia a formarsi il grasso sottocutaneo (ipoderma).
Intorno all’ottava settimana, lo strato germinativo dell’epidermide è invaso dai melanociti provenienti dalla cresta neurale (ectomesoderma), mentre tra esso e il periderma inizia a formarsi uno strato intermedio, fatto di cheratinociti.
Tra la nona e la dodicesima settimana, l’epidermide è colonizzata da nuove strutture e popolazioni cellulari, provenienti sia dal mesoderma (per esempio le cellule di Langerhans) che dall’ectoderma (terminazioni nervose, cellule di Merkel), che trasformeranno l’antica pelle con funzioni di protezione (pelle antica o mesodermica) in una struttura sempre più raffinata, e soprattutto interattiva con l’ambiente circostante (pelle recente o mesoectodermica).
È questo il momento ontogenetico in cui le creste epidermiche e le papille dermiche si incastrano a formare un unico grande organo: la cute.
A partire dalla sedicesima settimana, anche il derma sottostante inizierà a specializzarsi. Da unico strato iniziale, con finalità meccaniche di protezione, inizierà a distinguersi un derma più superficiale o papillare (con funzioni trofiche per il sovrastante epitelio germinativo, grazie a una fitta rete di vasi capillari), e un derma più profondo o reticolare (con funzioni di supporto meccanico, grazie a una fitta rete di fibre collagene e fibre elastiche).
In questa fase, iniziano a formarsi anche i primi annessi cutanei (bulbi piliferi primordiali, ghiandole sebacee, ghiandole sudoripare, unghie primordiali).
Al quinto mese, le unghie di mani e piedi sono già completamente sviluppate, mentre i melanociti iniziano a produrre melanina.
Verso il sesto mese, il periderma lascerà il posto a un’epidermide multistrato ormai matura (strato basale, strato spinoso, strato granuloso, strato lucido, strato corneo) e con struttura e funzioni sempre più simili a quella della vita postnatale.
Alla nascita, la cute del bambino si presenterà interamente ricoperta da una sostanza untuosa e biancastra (vernice caseosa), dovuta all’intensa attività proliferativa e secretoria della pelle in quel breve intervallo spazio-temporale della nostra esistenza acquatica che chiamiamo vita intrauterina.
Tale biofilm di protezione è prodotto prevalentemente dai sebociti e dai cheratinociti allo scopo di impedire la macerazione della cute a contatto con il liquido amniotico.
Terminati i 9 mesi di comodo e tiepido idromassaggio amniotico, trascorsi in una sorta di acquario a temperatura, pressione e salinità costanti, ha inizio la più importante violazione di aspettativa dell’essere umano: la nascita, alla quale seguirà una lunga fase di adattamento in cui il neonato sarà protetto da un pool di automatismi salvavita noti in fisiologia come riflessi neonatali.
Il piacere tattile sperimentato sia nella vita fetale (attraverso il liquido amniotico) sia nella primissima infanzia (attraverso il contatto fisico) avrà un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella maturazione del bambino.