Perché il pensiero negativo fa ammalare?
Shigeo Haruyama - 01/01/2016
Tratto da La rivoluzione della salute (Macro Edizioni, 2011).
Negli ultimi tempi il concetto di “pensiero positivo” si è diffuso ovunque. In genere lo s’intende così: «Se di ogni cosa penso che sia un bene per me, non accumulo stress». «Se reagisco a tutto in maniera costruttiva, otterrò buoni risultati». Questo concetto si è affermato anche in ambiente medico. Fra mente e corpo c’è un dialogo costante, quindi le cose che pensiamo non sono semplicemente concetti astratti. Si è infatti capito che i nostri pensieri si materializzano immancabilmente e agiscono a livello fisico.
Quando proviamo una reazione di rifiuto verso qualcosa, nel nostro organismo si producono delle sostanze che fra l’altro accelerano il processo d’invecchiamento e la formazione di cellule cancerose. Quando invece accettiamo con gratitudine le cose, il nostro organismo produce delle sostanze che ci mantengono giovani e sani. Nel frattempo, anche la medicina ha dimostrato l’esistenza di questo meccanismo all’interno del nostro corpo.
Di conseguenza, le persone abituate a vedere tutto positivo dispongono di una notevole resistenza alle malattie. Chi, invece, pensa sempre in modo negativo, tende purtroppo ad ammalarsi. Perfino a parità di condizioni e stile di vita gli uni sono sani come pesci e gli altri malaticci. Quest’affermazione può anche non avere valore illimitato, ma l’atteggiamento mentale è estremamente importante per la nostra salute.
Ma quali sono le sostanze che si formano nel nostro organismo a seconda del nostro atteggiamento interiore? Sono quelle a cui in genere si dà il nome di ormoni. I principali ormoni legati al nostro modo di vedere le cose sono l’adrenalina, la noradrenalina, la beta-endorfina e l’encefalina.
Quando ci arrabbiamo o siamo stressati, nel cervello viene secreta la noradrenalina, mentre quando proviamo paura, rilasciamo adrenalina. Gli ormoni fungono da messaggeri chimici sul piano cellulare, vale a dire che trasmettono gli ordini del cervello alle singole cellule. Per esempio, se viene trasmesso il messaggio “collera”, il corpo reagirà con tensione e attività. Si tratta, pertanto, di sostanze che da un lato sono necessarie per la sopravvivenza e dall’altro sono estremamente tossiche.
Se ci si arrabbia di continuo e si è fortemente stressati, può succedere che ci si ammali per via della tossicità della noradrenalina, che s’invecchi precocemente e si muoia presto. Se invece si sorride sempre e si accoglie tutto in maniera positiva, vengono prodotti ormoni favorevoli che attivano le cellule del cervello e rendono sano il corpo. Questi ormoni ci mantengono giovani, combattono le cellule cancerose e ci tirano su di morale. Se volete vivere sani e felici fino a tarda età, senza essere colpiti dal cancro o dalle malattie del benessere, dovreste fare in modo di produrre questi buoni ormoni. Ho scelto di chiamare “morfine cerebrali” quegli ormoni che ci rendono felici e contenti perché hanno una struttura chimica analoga a quella delle morfine dall’effetto anestetizzante.
Mentre l’uso delle morfine anestetizzanti comporta rischi di dipendenza e di effetti collaterali, con gli ormoni della felicità si può stare tranquilli di non correre simili pericoli.
In tutto si conoscono circa venti ormoni della felicità che, pur agendo in modo diverso, hanno un effetto farmacologico simile. Fra i numerosi ormoni della felicità la beta-endorfina è quello più efficace, con un’azione da cinque a sei volte superiore a quella degli anestetici. Qual è il significato del fatto che nel nostro cervello viene sintetizzata una sostanza della felicità così efficace? Sono sicuro che in questo modo la natura ci voglia esortare a vivere felicemente. D’altra parte, gli esseri umani concepiscono anche pensieri negativi che poi mettono in atto. Alcuni si dicono: «Voglio soppiantare Tizio e trarne vantaggio». Magari lo fanno per guadagnare di più o per acquisire fama e salire di grado. Una volta raggiunto il loro scopo, queste persone sono ovviamente felici ed essendo in questa condizione producono anche ormoni della felicità. Per ragioni imperscrutabili, tuttavia, pare che questa gioia non duri mai a lungo, ma anzi venga ben presto offuscata. Il fatto che queste persone non agiscano per il bene del Pianeta o dei loro simili può suscitare l’invidia altrui e arrecare loro dei danni. Ma può anche darsi che sia il loro stesso cervello a condurle alla rovina. Questo potrebbe dipendere dal fatto che il Cielo predilige gli individui il cui stile di vita corrisponde ai suoi ideali e punisce quelli che non sono in sintonia con questi valori. Per me la spiegazione è che si tratta di un meccanismo installato nei nostri geni e, dato che nel cervello è memorizzato tutto, compresa la memoria dei nostri antenati, la cosa non è poi così sorprendente.
Tratto da La rivoluzione della salute (Macro Edizioni, 2011).