Che cos'è la pranoterapia oggi? Intervista a Gabriele Laguzzi
Medicina Integrata
Medicina Integrata
La pranoterapia può essere intesa come dono dell’uomo per l’uomo, come il tramite per un nuovo umanesimo in medicina, nella scienza e nella società
Marianna Gualazzi - 29/07/2023
Le pratiche di medicina popolare e tradizionale, le religioni e le tradizioni spirituali di tutto il mondo hanno da sempre utilizzato l’imposizione delle mani a scopo terapeutico, di benedizione e di guarigione. È una pratica che affonda le sue radici nella notte dei tempi, in un mondo simbolico e mitico che oggi sembra molto distante da noi. Eppure ancora oggi, in tutto il mondo, la pranoterapia è viva e vitale, e continua ad affascinare l’uomo comune, il ricercatore indipendente, il medico che ne intravede la potenzialità in percorsi terapeutici integrati. Ne parliamo con Gabriele Laguzzi, pranoterapeuta e docente.
Marianna Gualazzi - La pranoterapia è letteralmente la terapia del Prana: che cos’è il Prana e qual è il rapporto tra il Prana della pranoterapia occidentale e quello della tradizione indiana e ayurvedica?
Gabriele Laguzzi - La Pranoterapia è di certo la “madre” di tutte le altre pratiche energetiche, poiché da sempre l’uomo l’ha utilizzata spontaneamente come il più immediato tra i rimedi che la Natura gli ha messo a disposizione, contro i mali psico-fisici. La più antica e circostanziata definizione dell’energia vitale universale che abbiamo ci viene dall’India e risale ad alcuni millenni prima di Cristo. Il termine Prana deriva dai due termini sanscriti Pra che vuol dire “unità fondamentale” e Na che vuol dire “energia”: energia che è fondamento di ogni cosa, energia che unifica tutto.
La pranoterapia, anche alla luce di una visione scientifica – così come’è quella vissuta, sperimentata e insegnata dal dottor Luigi Lapi e oggi dalla Scuola A.L.A.R.O è quindi medicina naturale per eccellenza essendo non lesiva, non invasiva, utile per “ristabilire l’omeostasi” (ad reparandam omeostasim) che è l’equilibrio funzionale e vitale dell’organismo; integrativa dell’opera del medico. Oggi come ieri il Prana è sempre il medesimo: rispetto alla tradizione indiana cambia solamente l’approccio, date le valenze culturali e psicologiche tipiche del mondo occidentale.
Come si inscrive la pranoterapia nell’orizzonte culturale contemporaneo?
Oggi a pieno titolo si inscrive in un grande momento di rinascenza delle virtù essenziali dell’Uomo: la tecnologia e l’Humanitas (la sostanza tipica dell’essere uomo) forgeranno nel tempo una nuova, più autentica e consapevole dimensione dell’umanità intera. E nell’Humanitas vedo integrarsi bene anche la pranoterapia, come espressione viva e vivente di quell’ Amor che – come dice Dante – “move il sole e l’altre stelle”. La pranoterapia è un dono dell’uomo per l’uomo.
Oggi ci sono strumenti sofisticati per la misurazione dell’energia vitale. La pranoterapia ha avuto una validazione scientifica? Ci sono studi in corso?
Negli anni tra il 1950 e il 1980 numerosi ricercatori hanno effettuato studi di carattere scientifico al fine di spiegare l’azione e l’efficacia del Prana. In particolare ricordiamo le esperienze del dottor Francesco Racanelli a Firenze (Medicina
bioradiante) del dottor Luigi Lapi a Firenze (Chirtest), del dottor Gerardo Ciannella presso l’Ospedale Monaldi di Napoli (Teletermografia Dinamica), dell’ingegner Marco Todeschini (Fluidometro), del professor Giuseppe Ambrosini (Elettrovisore).
In Italia, partire dal 1986, i chimici Patrizia Vecchi e Alberto Ansaloni hanno condotto altri studi volti a dimostrare l’influenza del Prana sull’acqua: i risultati delle loro ricerche, sviluppatesi presso il Centro di Ricerche di Bioclimatologia Medica dell’Università di Milano, evidenziano le modificazioni chimico-fisiche dei composti acquosi colloidali (metodo del Bismuto e metodo dell’Oro) sottoposti ai flussi di bioenergia: ho citato solo alcune esperienze.
Attualmente le nuove scienze (come la quantistica e l’epigenetica) evidenziano un rinnovato e più approfondito interesse di ricerca verso la Vita in toto e – in conseguenza – verso la bioenergia e le sue manifestazioni particolari. Si ritorna all’Unità dell’esistenza, con la revisione positiva di tutto ciò che un tempo veniva chiamato “paranormale”.
Ad esempio, l’Institute of HeartMath (Istituto di matematica del cuore) di Boulder Creek, in California, collegato all’Università di Stanford, studia le nostre emozioni e i nostri sentimenti e le modalità del loro impatto sulla nostra fisiologia, con un particolare riferimento agli effetti fisiologici delle emozioni positive. Le ricerche del dottor Bruce Lipton, che si svolgono nell’ambito della medicina epigenetica e quelle di uno staff di ricercatori dell’Istituto di Boulder Creek, in California, guidati dal dottor Rollin McCraty hanno evidenziato che nella molecola del DNA possono prodursi cambiamenti misurabili se essa viene sottoposta all’influenza di desideri, intenzioni ed emozioni.
Risultati straordinari e stimolanti, questi, utili a spiegare l’influenza e il meccanismo di azione della preghiera, della meditazione e anche del nostro Prana. Ottimi elementi di riflessione per ogni operatore che vuol accrescere la propria consapevolezza umana e professionale. In Russia tra i numerosi studi di medicina energetica, ricordiamo quelli di Vladimir Nesterov, volti a indagare sullo stato bioenergetico di salute. Ovviamente anche in Italia si lavora in questo senso: per tutti cito il partecipato convegno sul tema “Acqua, Luce e Suono nella riprogrammazione e potenziamento epigenetico del benessere” tenutosi a Firenze il 24 maggio 2018 presso l’Auditorium della Giunta Regionale Toscana, evento promosso da Egocreanet Cluster diretto dal prof. Paolo Manzelli, come elemento di consenso fondante e condiviso per sviluppare un progetto innovativo di “biologia quantica della vita”...
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