Siamo fatti di microbi: come è possibile?
Medicina Integrata
Medicina Integrata
Il nostro patrimonio genetico non è composto solamente dal DNA, come abbiamo sempre pensato: all'interno de nostro corpo convivono batteri e DNA
Andrea Giulia Pollini - 01/02/2019
Verso la metà degli anni Cinquanta gli scienziati iniziarono a studiare la composizione del DNA. Lo scopo delle ricerche era decodificare le sequenze del DNA e comprendere perché noi esseri umani riusciamo a essere così diversi gli uni dagli altri.
La ricerca scientifica arrivò alla conclusione che la nostra complessità era data non solo dal nostro DNA, ma anche dal DNA dei batteri che vivono all’interno del nostro corpo. Concentrandosi sui batteri scoprirono che un batterio contiene regolarmente il 15% o più dei geni di altri batteri. Per esempio due batteri classificati come molto diversi sono stati rivelati come geneticamente simili: L’E. coli, innocuo abitante dell’intestino, e la Shigella, responsabile della dissenteria batterica hanno al 100% lo stesso DNA, anche se hanno effetti completamente diversi sul nostro organismo. Gli scienziati compresero che non esistono solamente batteri cattivi, ma che all’interno del nostro organismo vivono anche batteri buoni, responsabili della nostra unicità e della nostra salute.
Le scoperte scientifiche sui batteri intestinali
Gli scienziati fecero una scoperta rivoluzionaria, come ci spiega la Dottoressa Anne Katharina Zschocke nel suo libro I Batteri Intestinali:
«Al contrario di quanto pensavamo, noi esseri umani non siamo in prima linea cellule con un nucleo dalle quali deriva la vita, siamo un insieme vitale di microbi e cellule corporee: senza questi batteri l’essere umano non è niente. Noi pensavamo di essere il risultato dei nostri propri geni originari, mentre la scoperta rivoluzionaria è: grazie ai batteri in noi siamo in correlazione con tutti i microbi della terra e dentro di noi portiamo una specie di organo, che fino a ora non avevamo ancora conosciuto come tale, ovvero la totalità di tutti i batteri compreso il loro patrimonio genetico, le loro capacità di adattamento. Con la loro capacità di scambiarsi tra di loro tutto il possibile e con tutto quello che ancora non conosciamo».
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Che cos’è il Microbioma?
I nostri geni uniti ai nostri microbi vengono chiamati “microbioma”, le ricerche scientifiche si sono concentrate sul compito svolto in noi da questi organismi unicellulari. In pochissimo tempo la scienza ci ha dato le risposte che hanno cambiato il nostro modo di guardare tutta la vita umana. La scoperta del microbioma e delle sue funzioni ha alla base un concetto molto semplice: noi esseri umani viviamo di relazioni, a partire dalle più piccole che si svolgono all’interno del nostro organismo, siamo interdipendenti tra di noi. Una vita sana può esistere solo con una convivenza sana che deve partire proprio tra il nostro DNA e i batteri che ospitiamo nel nostro corpo. Negli Stati Uniti sono iniziati dei nuovi progetti, come leggiamo nel libro della dottoressa Anne Katharina Zschocke I Batteri Intestinali:
«Alle origini di questo progetto [Il progetto “Genomic Science Program” ndr] c’è l’idea che esistano principi genetici di base che controllano i sistemi unicellulari e vegetali. La padronanza da parte dell’essere umano su questi principi di controllo dovrebbe rendere possibile dominarli e utilizzarli a seconda delle proprie idee. Un altro programma è lo “Human Microbiome Project”, dal 2008 al 2012, nel quale, allo scopo di comprendere meglio il microbioma, sono stati studiati geneticamente 60 prove microbiche prelevate da quindici parti diverse del corpo di trecento persone. Da tutti questi progetti sappiamo adesso che la prima cosa che ci rende esseri umani completi e che giustifica la nostra salute è proprio il patrimonio genetico dei batteri sul e nel nostro corpo, insieme a quello delle nostre cellule».
Quindi abbandoniamo la brutta abitudine di pensare ai batteri come “qualcosa di negativo” e storcere il naso quando li nominiamo. I batteri non sono tutti “cattivi”, anzi potremmo dire “squadra che vince non si cambia”.