Non riesci a smettere di fumare? Prova EFT!
Andrew Lewis - 01/01/2016
EFT (Emotional Freedom Techniques) conosciuta anche come Tapping, è una semplicissima tecnica di auto-aiuto senza controindicazioni e totalmente indolore.
Andrew Lewis, operatore EFT di fama internazionale, ci spiega perché EFT è efficace nella risoluzione delle dipendenze, come quelle da fumo di sigaretta e da cibo.
Molte persone oggi hanno problemi con le dipendenze: affettive, da cibo, da fumo di tabacco.
Come si innescano questo tipo di dipendenze?
Queste dipendenze di solitosi innescano quando c'è un bisogno, o un disagio, emozionale... e il fumo o il cibo o un altra dipendenza risolve, tranquillizza, o soddisfa, sebbene temporaneamente, questo disagio o bisogno.
Diciamo che è una strategia che "funziona" in quel momento... il problema è che la strategia, anche se può sembrare efficace, in realtà non ha veramente funzionato, e in seguito il comportamento (mangiare, fumare, bere), diventa un problema a sua volta.
Come disse Milton Erickson, padre dell'ipnosi erickoniana, uno dei più grandi terapeuti di tutti i tempi: “I problemi attuali sono vecchie soluzioni a vecchi problemi che non funzionano più”.
Prendiamo il fumare: quando hai 15 anni forse ti fa sentire più grande, più forte, più libero grazie al fatto che ti stai ribellando, ti fa sentire accettato dagli amici (un forte bisogno emozionale per un 15enne), ma quando hai 60 anni e fatichi a respirare è chiaro che la vecchia strategia non sta funzionando più a tuo favore.
Il fumo di solito inizia in una età in cui i ragazzi vogliono essere più grandi, vogliono sembrare fighi, vogliono sembrare più forti, vogliono ribellarsi e fare quello non "dovrebbero", come ad esempio fumare. E se ti fa sentire figo, grande e libero, è chiaro che continuerai a farlo: a poco a poco "figo e ribelle" diventa parte dela tua identità e non puoi più farne a meno.
E come se non bastasse già tutto questo, il fumo crea anche una dipendenza chimica al catrame e alla nicotina. Questa dipendenza chimica fa in modo che una persona, per non sentire i bruttissimi effetti della crisi di astinenza, deve fumare. Spesso le persone che fumano hanno la percezione che il fumo rilassa, ma sappiamo che è vero il contrario. La percezione del beneficio avviene perché nel momento in cui si fuma, si sente il sollievo dovuto semplicemente alla diminuzione dei sintomi della crisi di astinenza (perché dopo un'ora o due il corpo richiama nuovamente la nicotina, catrame e le altre sostanze) e quindi si pensa che è il fumo che dona il benessere momentaneo, ma in realtà è solo perché in quel momento si sta sperimentando un sollievo momentaneo ai sintomi della crisi di astinenza.
Ma perché una persona inizia a fumare allora? Se un ragazzo di 15 anni ha gli amici che fumano (perché vogliono sembrare più grandi, fighi e ribelli) potrebbe cominciare a fumare semplicemente per essere accettato dai suoi amici. Cominciare a fumare offre una strategia che funziona in quanto soddisfa il bisogno emozionale dell'accettazione e approvazione.
Se una persona comincia a usare il cibo come tranquillante emozionale e a mangiare alimenti non sani, o quantità eccessive perché si sente annoiato, perché si sente solo, perché si sente arrabbiato, perché si sente triste, perché si sente ansioso, probabilmente mentre si strafoga e/o dopo essersi strafogato si sente più calmo, sente un momento di sollievo emozionale, come se avesse preso un tranquillante, e ripeterà lo stesso comportamento la prossima volta che sperimenta il disagio emozionale. Più lo fa, più si rafforza questo comportamento e più diventa un automatismo, e più si rafforza la dipendenza chimica a certi cibi.
L'abuso di cibo (di solito non si tratta di cibi sani come frutta o verdura) offre questi "benefici" emozionali come un modo per gestire o "soffocare" lo stress. Spesso però porta anche emozioni quali senso di colpa, vergogna e rifiuto di se stesso per avere abusato del cibo. Più lo si fa e più diventa un comportamento abitudinario ed automatico e più si crea, come per il fumo, una dipendenza chimica.
Esistono anche problemi comportamentali più complessi rispetto al semplice gestire le emozioni. Per esempio, una persona che "fa appositamente" una cosa che non gli fa bene non lo fa appositamente. Naturalmente, dentro di sé ha un conflitto tra la mente conscia e la mente inconscia e tra la sua parte razionale e la sua parte emozionale. Consciamente e razionalmente vuole mantenere uno stile di vita sana (mangiare bene, bere acqua, fare attività fisica, non fumare) ma inconsciamente ed emotivamente è un altra storia. Ed è la parte emotiva e l'inconscio che è responsabile per le nostre azioni di più quanto lo sia la parte razionale.
Ma perché ci sono questi conflitti tra la mente conscia ed inconscia?
Questo succede quando una parte di noi (la parte emozionale) vuole ottenere dei benefici ma per avere quei benefici succede qualcosa che la mente razionale non vuole o che tu consciamente non vuoi. Nella psicologia vengono chiamati “benefici secondari” e sono nella maggior parte dei casi inconsci. Cioè le persone non sanno neanche che stanno adoperando questo programma e spesso non sanno del conflitto se non fosse perché si trovano a fare le cose che “non vogliono fare”. Per esempio, una persona non vuole mangiare troppo, ma continua a mangiare troppo: forse non sa di avere un conflitto tra la mente conscia e la mente inconscia e non sa di avere i benefici secondari, ma invece ce li ha, altrimenti il suo comportamento sarebbe allineato con il suo intento di mangiare quantità di cibo appropriate. Di solito, quando c'è la lotta interiore, vince la parte emozionale o inconscia nel senso che determina il comportamento molto di più rispetto alla mente conscia e la parte razionale.
Un altro fattore che contribuisce a come e perché si innescano le dipendenze è dato dalle false associazioni cognitive o neuro-associazioni false. Con moltissime dipendenze quasi sempre ci sono false associazioni cognitive riguardo la dipendenza e/o i comportamenti e/o il prodotto o sostanza. Cioè la persona che ha la dipendenza associa a quel comportamento e/o a quella sostanze un significato che non ha in realtà.
Qual è l'identikit emotivo di una persona che ha un rapporto compulsivo con il cibo o con il fumo?
Da quanto ho scritto sopra spero che si capisca che non si tratta di un identikit, di un certo tipo di persona. Ognuno trova la proprie soluzioni e strategie per superare e gestire un disagio: è solo che alcune persone usano certo sostanze (cibo, fumo ecc.) per risolvere il disagio. Poi una volta che hai iniziato ad utilizzare una strategia che sembra di funzionare (anche se crea altri problemi a sua volta) non è sempre facile smettere di implementare questa strategia o soluzione.
Può capitare a chiunque di creare associazioni cognitive false. Può capitare a chiunque di avere un comportamento indesiderato che non vuole, a livello conscio, continuare a ripetere, ma nonostante questo continua a farlo.
Ma perché è così difficile liberarsi dalle dipendenze?
Ecco alcuni dei motivi più frequenti:
- si nega il problema sia a se stessi che agli altri
- non si conosce un modo veramente efficace per liberarsi dalla dipendenza
- le crisi di astinenza sono insopportabili
- si sente un vuoto spirituale molto profondo
- paura del cambiamento, paura di fallire, paura di riuscire
- il comportamento fa talmente parte dell'identità della persona che dieve l'identità stessa. Il concetto p racchiuso nella frase io sono un fumatore
- difficoltà a dare il giusto peso al beneficio a lungo termine rispetto alla soddisfazione momentanea.
È vero che EFT funziona bene in questo tipo di situazioni? Perché?
EFT funziona ad ogni livello... comportamentale, emozionale, cognitivo (conscio), inconscio, fisico, mentale (pensieri e convinzioni), chimico, energetico, spirituale:
eft diminuisce gli effetti della dipendenza chimica,
eft può interrompere i comportamenti automatici,
eft aiuta a gestire i sintomi della crisi di astinenza,
eft interrompe i comportamenti abituali,
eft disfa le false associazioni cognitivi e le associazioni neurali false,
eft può aiutare la persona a gestire meglio lo stress, ansia, ed emozioni che si cercava di tranquillizzare con il fumo, il cibo o altro,
eft disfa gli effetti della ipnosi sotto il quale si trovava la persona,
eft permette la persona di cambiare idea, cambiare le decisioni del passato,
eft può disfare gli automatismi e offre la libertà di scegliere nuovi comportamenti e azioni,
eft riesce a risolvere gli stati emotivi che la persona cerca di calmare con il comportamento (questo è molto importante perché se non viene risolto, la persona semplicemente sostituirà una dipendenza con un'altra),
eft aumenta la consapevolezza – aiuta la persona a capire perché fa quello che fa e come può fare se vuole cambiare,
eft aiuta a risolvere la guerra o il conflitto interiore tra la mente conscia ed inconsciamente,
eft neutralizza i “triggers” o i fattori scatenanti,
eft aiuta la persona a volersi più bene, ad amarsi di più, a fare quello che fa bene a sé,
eft diminuisce la tendenza dell'autosabotaggio e l'autopunizione,
eft riesce ad aiutare la persona trovare delle risorse e forza interiore per cambiare,
eft riesce ad aiutare una persona a capire come può riempire il vuoto dentro di sé invece cerca di riempirlo con una sostanza o il comportamento della dipendenza,
eft sana le cicatrici del passato, e del presente, che sono i motivi emozionali sotto certe dipendenze,
eft riesce a scoprire i benefici secondari e quindi grazie a questa nuova consapevolezza, non cadere nella trappola di ottenere dei pro piccoli in cambio per dei contro più grandi.
Attenzione, EFT sebbene è uno strumento molto efficace di auto-aiuto, per problemi profondi, come molti problemi cronici, le dipendenze incluse, offre molto di più quando si lavora insieme a un operatore molto competente di EFT.