Pandemia virus Zika, che fare?
Fiamma Ferraro - 01/01/2016
Come ormai tutti quanti abbiamo appreso il virus Zika, trasmesso con le punture della zanzara Aedes aegypti (la stessa che trasmette il dengue e la febbre emorragica) e, con minore efficienza, da quella della zanzara tigre, si è diffuso in modo esplosivo nell’America latina (in particolare in Brasile) ma si sono verificati casi anche in altri paesi ed anche da noi sono state diffuse raccomandazioni quanto alle precauzioni da prendere per evitare contagi.
Fortunatamente sembrerebbe che il virus Zika provochi di solito disturbi non gravi (febbre, eruzioni cutanee, dolori a muscoli e ossa ed altro – che compaiono dai 3 ai 20 giorni dopo la puntura e spariscono nell’arco di una settimana ). L’allerta deriva però dal fatto che, a quanto pare, questo virus potrebbe, nelle donne incinte, danneggiare gravemente il cervello del feto; ed infatti in Brasile si è moltiplicato di ben 25 volte il numero dei neonati con microcefalia (condizione dovuta a uno sviluppo ridotto del cervello) e potrebbe anche provocare in rari casi negli adulti la sindrome di Guillain-Barré, (una seria malattia neurologica).
Quali rimedi per contrastare la diffusione del Virus Zika?
Vi sono varie discussioni e tesi contrastanti sull’argomento, sia per quanto riguarda le cause (modificazioni genetiche, pesticidi ed altro?) sia per quanto riguarda i possibili rimedi. Sono stati messi allo studio dei vaccini e si discute quanto alle misure più idonee per contrastare la diffusione delle zanzare che trasmettono il virus. Nel frattempo, oltre alle raccomandazioni già diffuse (evitare –in particolare per le donne incinte- viaggi nei Paesi colpiti; proteggersi con zanzariere alle finestre, repellenti sulla pelle ecc.) che si può fare?
Mi viene a questo proposito in mente una piccola notizia che avevo scritto nel Notiziario del luglio 2011 e che riporto per i lettori nuovi che fa entrare in gioco il famoso metodo Buteyko:
“Esistono da vari anni delle trappole cattura-zanzare, a quanto pare di buona efficacia, sia per ambienti interni che per ambienti esterni, basati sull’emissione di piccole quantità di CO2 . E’ stato infatti da tempo accertato che le zanzare e la maggior parte degli insetti volanti sono attratti verso uomini ed animali in particolare da due fattori: anidride carbonica e calore e, sulla base di questo principio, sono stati da tempo messi sul mercato degli aggeggi che attirano le zanzare emettendo CO2, e poi le uccidono (non con la CO2 ma con altri meccanismi).
La quantità di CO2 emessa (rapportata all’ampiezza dell’ambiente da difendere) è minima, paragonabile a quanto pare a quella emessa da una persona che sta iperventilando notevolmente. Ed ecco quindi un nuovo motivo (se ne se scoprono sempre di nuovi!) per cercare di smettere di iperventilare: si smette in questo modo emettere troppa CO2 nell’aria che ci circonda, e si evita così di attirare zanzare ed insetti vari ”.
Il beneficio principale apportato da un costante, ”giusto” modo di respirare non è peraltro quello di attirare in misura minore le zanzare ma soprattutto quello di rinforzare il nostro sistema immunitario il che ci consente, anche se si viene punti, di essere più resistenti ad eventuali contagi.
La pianta dell'artemisia, già nota per la malaria, valida anche per il Virus Zika?
Tornando ora al virus Zika mi sembra utile menzionare il fatto che, sarebbe utile approfondire il possibile effetto benefico che potrebbe venire da una pianta, da secoli impiegata nella medicina cinese (l’efficacia della fitoterapia cinese, anche se l’ho studiata e la applico da 15 anni non cessa mai di stupirmi!), e cioè l’artemisia annua (qing-hao in cinese).
Da questa pianta si ricava una sostanza, l’artemisinina/artesunato, di cui è stata (finalmente!) riconosciuta e considerata come scientificamente provata l’ottima efficacia per la malaria, ed è stato proprio per questo motivo attribuito il premio Nobel 2015 per la medicina alla scienziata cinese Tu Youyou (la notizia ha fatto sensazione l’anno scorso).
Questa sostanza continua a restare sulla cresta dell’onda, anche per altri possibili effetti benefici: è infatti recente (30 gennaio) la notizia, riportata sul quotidiano inglese Daily Mail, con il titolo “Il rimedio fitoterapico cinese che ha rivoluzionato la lotta alla malaria potrebbe essere l’arma più recente contro i tumori intestinali”, in cui sono riportati i risultati di un recente studio clinico in cui si è visto che nei pazienti che avevano preso questo rimedio per due settimane prima di essere operati vi era stata (nel periodo di osservazione) una ricorrenza del tumore in una misura di ben sei volte inferiore a quanto avvenuto nel gruppo placebo.
Saranno ora avviati studi su più larga scala ed il Prof. Sanjeev Krishna, della St George’s London University, che ha condotto questo studio, ha osservato, quanto al rimedio in questione: “Sappiamo già, a seguito del suo impiego per la malaria, che è un rimedio sicuro, e non costoso –meno di 1 sterlina a compressa… Ha un potenziale di entità tale che io lo chiamo la nuova aspirina”.
Sorge a questo punto spontaneo l’interrogativo (ed in effetti da alcuni è già stato posto): data l’efficacia dell’artemisia/artesunato contro la malaria e, a quanto pare, anche per vari altri problemi, non sarebbe il caso di iniziare subito a sperimentarne una eventuale efficacia per l’epidemia di Zika? Poiché peraltro queste sperimentazioni richiederebbero comunque del tempo, non sarebbe il caso di prospettare già ora, perlomeno a chi deve recarsi in paesi colpiti dall’epidemia o in chi teme, al rientro da questi paesi, di essere rimasto contagiato, la possibilità (in assenza per ora di altri farmaci sperimentati9 di assumere questo rimedio che, come già provato, non provoca (come accertato nel suo impiego contro la malaria ) effetti negativi e quindi nel peggiore dei casi non sarebbe efficace ma non farebbe comunque male? (Ovviamente questo non vale per le donne incinte, in cui l’innocuità dell’artemisia non è stata ancora sperimentata ed accertata)
Articolo a cura della Dott.ssa Fiamma Ferraro - Per maggiori informazioni sul Metodo Buteyko è possibile consultare l'elenco dei corsi aggiornati su: http://www.buteyko.it