Affrontare ed elaborare un lutto
Neuroscienze e Cervello
Neuroscienze e Cervello
La Induced After Death Communication (Comunicazione Post-Mortem Indotta) scoperta dallo psicologo americano Allan Botkin nel 1995, è una tecnica psicoterapeutica per l’elaborazione del lutto.
Redazione - Scienza e Conoscenza - 01/01/2021
In un momento specifico della terapia, attraverso il raggiungimento di uno stato mentale di particolare ricettività indotto attraverso la tecnica psicoterapeutica di stimolazione bilaterale del cervello, il paziente può avere una connessione con il proprio caro (After Death Communication).
La letteratura scientifica ci insegna che fenomeni di connessione spontanea con i defunti si riscontrano in esperienze come le Near Death Experience (Esperienze di Pre morte) [Pim van Lommel, Raimond Moody et al.] e le meno note Deathbed Experience (Esperienze di visioni sul letto di morte) [William Barret; Carla Wills Brando et al].
La differenza tra questo tipo di esperienze e la IADC sta proprio nella possibilità di quest’ultima di essere indotta da un soggetto esterno, di essere somministrabile a chiunque abbia vissuto un lutto, di essere riproducibile e quindi osservabile in ambito scientifico. Ciò rende la IADC, al momento, unica nel suo genere.
Al momento attuale non risultano ricerche scientifiche atte a rilevare gli effettivi cambiamenti energetici che si manifestano sia nel pa- ziente in corrispondenza all’elaborazione emotiva del processo di lutto durante la IADC, sia nell’ambiente circostante.
Paola Matteucci e Irene Pulvirenti, entrambe psicoterapeute, con l’ausilio del consulente tecnico Daniele Gullà e della sua particolare sofisticata Mira Device, hanno osservato e studiato le caratteristiche della IADC Therapy attraverso il cambiamento del Campo Energetico Vibrazionale (CEV) nei soggetti e nell’ambiente circostante che confermano l’efficacia della terapia, efficacia già nota in letteratura rispetto ai dati raccolti attraverso i racconti dei pazienti.
Cosa si è voluto rilevare
L’indagine pionieristica e sperimentale che dà vita a questa ricerca inizia attraverso l’osservazione e la misurazione di possibili cambiamenti e interferenze del Campo Energetico Vibrazionale (CEV) prima, durante e dopo il trattamento, nella relazione tra terapeuta e paziente e infine nel momento della connessione del paziente con il proprio caro.
Tuttavia, qui vogliamo presentare solo i primi due livelli di indagine, di matrice più scientifica, relativi ai processi strettamente psicologici della perdita; tralasciando il terzo livello, relativo all’aspetto terapeutico della connessione con il proprio caro, che riguarda un aspetto di guarigione e di osservazione, seppure fondamentale, di natura più spirituale.
Gli aspetti dello studio sul CEV e la IADC Therapy che siamo qui a sottolineare sono dunque il primo, relativo al cambiamento emozionale energetico del paziente, e il secondo, relativo al movimento della relazione empatica ed energetica tra terapeuta e paziente.
Nell'articolo completo leggerai:
- Come si modifica il campo energetico vibrazionale durante la terapia
- Metodologia e strumentazione utilizzata per lo studio
- La telecamera multispettrale Mira per misurare il CEV
- Stati psicofisiologici e colori
- Primo livello di studio:
- il cambiamento del campo energetico emozionale del paziente
- Secondo livello di studio: l’intera- zione tra terapeuta e paziente mo- stra il cambiamento e la connessio-ne/coerenza del campo energetico
- Conclusioni
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