Nuove scoperte sui poteri energetici del nostro cuore
Neuroscienze e Cervello
Neuroscienze e Cervello
Cosa significherebbe scoprire che il fine del cuore umano – del vostro cuore – va oltre quello di un organo che si limita a pompare sangue nel vostro corpo?
Redazione - Scienza e Conoscenza - 05/07/2021
Tratto dal libro Il potere della resilienza - Di Gregg Braden
Sebbene il cuore umano serva effettivamente a pompare sangue e nutrimento nei nostri organi e in ciascuna delle circa cinquanta trilioni di cellule che formano il nostro organismo, alcune recenti scoperte indicano che lo scopo del cuore potrebbe estendersi ben oltre le funzioni di una semplice pompa.
I benefìci ricavabili armonizzando il nostro cuore con il nostro cervello per arricchirci di una profonda capacità d’intuizione, della precognizione (conoscenza di eventi futuri) e della conoscenza diretta dell’intelligenza del cuore possono proiettarci istantaneamente al di là del pensiero tradizionale rispetto a come viviamo e risolviamo i nostri problemi. Sono anche queste capacità a sviluppare la resilienza per accogliere i grandi cambiamenti nella nostra vita e per farlo in modo sano.
Le pagine del mio libro rappresentano solo la punta dell’iceberg di ciò che ci attende nel corso dell’esplorazione di prodigiose capacità che oggi sono descritte come normali (sebbene meno ovvie) funzioni cardiache. Quali altri ruoli, che solo ora stiamo iniziando a riconoscere, sono attribuibili al nostro cuore? Più cose scopriamo, più il mistero si infittisce.
Viviamo in un mondo in cui cose che sarebbero sembrate misteriose
e perfino impossibili solo una generazione fa, ora sono diventate normali.
Nell’arco di una singola generazione, per esempio, la capacità di trapiantare organi umani si è evoluta sotto i nostri occhi passando da fatto sporadico ai livelli odierni, con più di 30.000 trapianti di organi e tessuti effettuati in un singolo anno. La nostra conoscenza del codice della vita ci ha proiettati, dopo la scoperta della doppia elica del DNA nel 1953, fino all’odierna capacità di poter inserire informazioni digitali desunte da un libro direttamente nel codice genetico di batteri viventi, per poi recuperarle e leggerle più di venti generazioni dopo, perfettamente conservate nel DNA.
Il successo riscosso mediante tali abilità, e molte altre, ha portato gli scienziati a credere di essere sulla strada giusta in termini di comprensione di base delle cellule, della vita e del funzionamento dell’organismo. L’idea è quella che non saremmo stati in grado di conseguire i traguardi che abbiamo raggiunto se le nostre basi di partenza non fossero state accurate, tanto per cominciare.
Proprio a causa di questo tipo di pensiero, la nuova scoperta che si pone al centro di questo articolo ha rappresentato una sorpresa sia per molti scienziati che per l’uomo della strada.
Il fisico Neil deGrasse Tyson ha colto perfettamente la situazione quando ha affermato: «La natura intrinseca della scienza è fatta di scoperte, e le migliori sono quelle inattese». È proprio il fatto che gli scienziati abbiano allungato l’aspettativa di vita per mezzo del trapianto cardiaco, e che lo facciano da quasi cinquant’anni, a rendere tanto improbabile un mutamento fondamentale della nostra concezione del cuore.
Tuttavia, le nuove prove di un’intelligenza che proviene dal cuore ora lo rendono inevitabile.
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Il cuore è un organo inesplorato
Le implicazioni di una recente scoperta stanno scuotendo le fondamenta di ciò che siamo stati indotti a credere riguardo al ruolo del cuore nella nostra vita e nel nostro organismo. Tutto si riduce alla risposta che diamo a una singola domanda di base: qual è l’organo principale del nostro corpo?
Se rispondete «è il cervello», non siete i soli a pensarla così. Quando si chiede all’individuo medio di identificare l’organo che controlla le funzioni chiave del corpo umano, spesso e volentieri la risposta è la stessa: «È il cervello. Il cervello è l’organo principale del corpo umano, naturalmente!». E non sorprende che sia proprio quella.
Dai tempi di Leonardo da Vinci, cinque secoli fa, fino alla fine degli anni Novanta del Novecento, nelle cerchie colte del mondo occidentale la gente ha creduto che il cervello fosse il “direttore” della sinfonia di funzioni che ci mantengono in vita e in salute.
Questo è ciò che ci hanno insegnato, ciò che ci hanno indotti a credere, ciò che i nostri insegnanti hanno autorevolmente affermato. È la premessa su cui si sono basati medici e operatori della salute per prendere decisioni di vita o di morte, ed è ciò che la maggior parte delle persone vi risponderà; se chiedete loro di identificare il ruolo dei più importanti organi del corpo. La credenza che il cervello sia l’organo principale del corpo umano è stata accolta e approvata da alcuni fra i più innovativi scienziati, enti accademici e pensatori della storia moderna, e continua ancora oggi a prevalere nel pensiero comune.
La credenza che il cervello rappresenti il centro di controllo del corpo, delle emozioni e dei ricordi è stata accettata tanto universalmente, ed è stata inculcata tanto profondamente nella nostra psiche, da essere data quasi indiscutibilmente per scontata, almeno fino a ora.
Oggi ciò che pensavamo di sapere sull’organo principale del nostro corpo sta cambiando. Dev’essere così. Il motivo è semplice: le scoperte presentate in questo capitolo, e i decenni di ricerche che le hanno seguite, ci dicono che il cervello è solo un tassello di tutta la storia. Sebbene non vi sia alcun dubbio che le funzioni cerebrali includano facoltà quali la percezione e le abilità motorie, l’elaborazione delle informazioni e gli inneschi chimici di tutto (dal dormire all’avvertire la fame, dall’impulso sessuale alla resistenza del nostro sistema immunitario), è anche vero che il cervello non è in grado di fare tutte queste cose da solo: esso fa soltanto parte di un quadro più vasto, ancora in via di definizione e largamente sottaciuto. Si tratta di una storia che ha inizio nel cuore.
Il cuore umano è ben più di una semplice pompa!
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