Che cos'è la biofisica
Barbara Hendel - 01/01/2016
Per comprendere il segreto dell’acqua e del sale, è opportuno fare un’incursione nell’avvincente mondo della biofisica. Al contrario della chimica e della fisica meccanica, le quali esplorano in primo luogo le forme e gli stati della materia inerte, la biofisica si interessa all’organismo biologico nel suo insieme. Si occupa quindi di ciò che vive (la parola greca bios significa “vita”) in ogni ambito del creato, sia esso minerale, vegetale, animale o umano. Questa disciplina scientifica è stata rivalutata solo in tempi molto recenti.
Se si prende in considerazione solo la materia, come nel caso della fisica, è ovvio che si può comprendere soltanto ciò che è materiale. Al di là della materia esistono però fenomeni che non sono spiegabili in termini fisici. È esattamente a questa zona di confine tra ciò che è materiale e ciò che non lo è che si dedica la biofisica.
Le scienze naturali classiche, concentrate su una visione parziale e meccanicistica della realtà, si sono molto allontanate dal loro intento originario, spiegare cioè il mondo naturale. Poiché in un’ottica così ristretta soltanto ciò che può essere scientificamente dimostrato è ammissibile, a rigor di logica la maggior parte delle scienze che si definiscono “naturali”, in verità tali non sono. Ogni nozione fisica fa riferimento alla
meccanica, la quale a sua volta si richiama alla ruota, mentre questa rimanda al cerchio, che è il simbolo della condizione necessaria per la ripetibilità di ogni esperimento. Solo se un esperimento fornisce sempre lo stesso esito si può parlare di “risultato scientifico” e lo si può accogliere nei libri di scuola.
Questo approccio metodologico, tuttavia, dimentica che il cerchio in natura non esiste. Ciò che troviamo invece nel mondo naturale è la spirale. Che si presenti nella forma delle galassie o nella struttura del nostro patrimonio genetico, il DNA, è la spirale la sequenza ricorrente in natura.
In una sequenza a spirale, ogni processo costantemente uguale a se stesso ritorna periodicamente al punto di partenza,
ma ogni volta a un livello diverso. Basti l’esempio delle stagioni.
Con il loro alternarsi siamo spettatori della nascita e della morte nella natura: alla primavera succede l’estate, poi l’autunno e l’inverno. Malgrado il susseguirsi invariabile delle stagioni, le diverse manifestazioni di ogni epoca sono soggettivamente uniche, al punto che ogni giorno che passa non si ripeterà mai. Considerata in questi termini, la natura non si lascia costringere in un quadro oggettivo ed empiricamente provato. Poiché ogni essere umano è allo stesso modo parte del contesto naturale globale, non si possono estendere a un individuo le deduzioni ricavate da un altro, per quanto lo schema biologico sembri essere identico, traendone delle generalizzazioni presumibilmente dimostrate. Questa è anche la ragione per cui i metodi d’indagine scientifici convenzionali, senz’altro legittimi nell’ambito della fisica, non sono applicabili alla biofisica.
Tratto da Acqua & Sale, Macro Edizioni, 2012.