I poteri naturali della mente: intervista a Rupert Sheldrake
Elsa Masetti - 01/01/2016
Poteri della mente, o forse sarebbe meglio dire della mente estesa, utilizzando il linguaggio del biologo Rupert Sheldrake noto al mondo per le sue ricerche sui fenomeni detti psichici, quale espressione comune e naturale nell’uomo e di molti animali sociali.
Quella che segue è una vera e propria lezione magistrale che «Scienza e Conoscenza» dedica ad ogni lettore che abbia voglia di conoscersi meglio nella sua ordinaria straordinarietà e ad ogni studente, che possa dire con cognizione di aver ricevuto il più approfondito, chiaro e vitale degli insegnamenti di biologia, che con Sheldrake è, a ragione, “discorso sulla Vita e il suo manifestarsi”.
Le grandi domande a cui risponde R. Sheldrake nell'articolo:
- Che cosa definiresti come fenomeni psichici e in che modo differiscono da ciò che molte persone considerano spiritismo, magia, superstizione, parapsicologia, o in breve l’opposto della scienza?
- Potresti dare ai nostri lettori alcuni esempi di espressione di tali competenze comuni nella vita quotidiana?
- Consideri la telepatia e capacità simili come fenomeni biologici, soggetti, quindi, al campo scientificodella biologia. Affermi, inoltre, che sono spiegabili. Come sei arrivato a questo punto e dove stai andando, seguendo tale direzione?
- Hai dedicato (e ancora dedichi) la maggior parte della tua energia a studi ed esperimenti sulle capa-cità psichiche animali e umane – dette anche pote-ri mentali. Perché è così importante che la scienza prenda nota del fatto che essi sono il nostro patri-monio evolutivo naturale?
- Potresti parlare del concetto di campo in biologia, alla luce della tua esperienza?
- Potresti essere così gentile da spiegare come hai fatto ad arrivare al concetto di mente estesa? So che hai scritto un libro (La mente estesa), vorresti dare al nostro lettore un assaggio, un’introduzione?
- La mente estesa e la mente personale (detta nel tuo libro “mente contratta”): esiste davvero una mente personale? Da un punto di vista sistemico (dei sistemi viventi) e biologico, la mente estesa e quella collettiva sono uguali? Sono la mente (este-sa) e la psiche allo stesso livello?
- Alla luce di questo, possiamo considerare la sincronicità un potere della mente estesa?
- C’è un legame tra la mente estesa e il campo morfico? Se sì, come funziona?
- Tra l’altro, sono un facilitatore di costellazioni sistemiche. Ero presente a un seminario di Bert Hellinger lo scorso anno, dove c’era anche un cane con il suo padrone naturalmente. Il cane era incre-dibilmente attento e silenzioso. In due occasioni però ha colto, all’improvviso, qualcosa di profon-do e aggressivo in corso, e ha abbaiato – anche se nessun movimento esplicito era in atto. La perce-zione del cane andava dritta al punto, senza neb-bia concettuale. Se è in linea con la tua esperienza, in che modo i concetti e il “conosciuto” tendono a spegnere la capacità di raccogliere informazioni dalla memoria del campo?
- A proposito della memoria, tu dici: «La memoria non è nel cervello, nemmeno nel DNA, ma è insita nella natura”. Di fatto è ciò che continui a scopri-re con i tuoi studi e le sperimentazioni (vedi: Sette esperimenti per cambiare il mondo). Approdando alla memoria dell’acqua e all’orizzonte emergente della medicina informazionale, vedi un collegamento con la tua ricerca scientifica?
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