Il corpo pensante e la paura
Psicologia Quantistica
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Le persone sono impaurite perché vivono lontano da loro stesse e dalla loro verità. Essere se stessi senza paura significa invece essere integri rispetto ai valori del proprio cuore, del proprio corpo e della vita.
Redazione - Scienza e Conoscenza - 09/06/2023
Tratto dal libro La Scienza del Cuore di Carmen Di Muro
«Il corpo è l’arpa dell’anima e sta a noi trarne dolce musica oppure suoni confusi». Khalil Gibran, poeta
C’è un dolore che accade, e che l’uomo non sceglie, che appartiene alla terra ed è parte di un ciclo, fa morire e porta a rinascere: è il dolore della memoria, della fatica di amare, del trovare qualcosa di sé in ciò che si ripete.
Ma dove il tempo fallisce, la ricomprensione di un nuovo scenario di significato è capace di smaltire quel dolore rimettendolo nel ciclo della vita. Paura di deludere le persone, di vergognarsi, di fallire, di scegliere sono le più grandi energie emozionali che causano blocchi nell’organismo.
In definitiva, uno dei mali più grandi della nostra epoca è che abbiamo paura di vivere, vivere per davvero, non sapendo che tutto ciò che facciamo è impregnato dall’energia con cui lo realizziamo.
Ciò che consideriamo come colpa, tanto in noi quanto negli altri, in realtà è paura. Tutto ciò che percepiamo come negativo deriva dalla paura. Se qualcuno è arrabbiato significa che ha paura. Se è scortese è perché ha paura. Se è manipolativo è perché ha paura. Se è crudele è perché ha paura. E come conseguenza cosa succede?
Che un individuo impaurito non può contribuire alla costruzione di alcunché. Un impaurito non può essere creativo e intuitivo perché è troppo impegnato a trovare soluzioni per scappare o, al contrario, per rimaner fermo. Un essere umano impaurito si affida all’informazione caotica che, invece, di rassicurare, separa e frammenta, causando maggiori rischi esterni e interni.
Le persone sono impaurite perché vivono lontano da loro stesse e dalla loro verità. Essere se stessi senza paura significa invece essere integri rispetto ai valori del proprio cuore, del proprio corpo e della vita.
Essere veri significa, inoltre, non temere di mostrarsi al mondo, di far intravedere non soltanto la forza, ma anche la propria vulnerabilità, svelandosi per ciò che si è!
Miriamo alla perfezione, ma essere perfetti non vuol dire non avere difetti. Nessuno ne è privo! Al contrario, è giovevole smettere di giudicarsi, di servire quel severo padrone che alberga dentro il nostro cuore che ci dice che stiamo sbagliando. Ricordiamoci che la pena è altissima da scontare! Infatti tanto più non ci accoglieremo, tanto più dovremo affrontare lo stress e far pagare al corpo l’ammenda, poiché i blocchi che causeremo proverranno non dalle emozioni in sé, ma dalla resistenza a essere se stessi.La resistenza a chi si è veramente. La resistenza ad accettare il nostro vero scopo e ciò che siamo destinati a essere.
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«Non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo, una volta che si è imparato a leggerlo».
Alexander Lowen, psichiatra
Il nostro corpo è un essere senziente che pensa e agisce per noi, comunicando costantemente i suoi pensieri, i suoi dubbi, le sue perplessità, un interlocutore costante, in filo diretto con il cuore, in attesa di attenzione. E allora iniziamo a porgli questa domanda tanto semplice, quanto potente: «Io chi sono davvero?».
Il corpo essendo riflesso dei moti del nostro cuore, inizierà senza sforzo a far emergere la risposta. Lui è lì, sempre presente, in attesa di liberarsi dal dolore e dalla resistenza. Ascoltare il corpo è un modo positivo per applicare l’intuizione nella vita e rimanere fedeli a noi stessi. Pertanto prendersi del tempo, trascorrendo 5 minuti al giorno in silenzio, diviene il portale di ascolto privilegiato per scoprire cosa “il nostro corpo pensante”cerca di comunicare. Se c’è una parte che ci fa male, sintonizziamo l’attenzione proprio lì, fluendo con il dolore, senza giudicare il sintomo.
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