L'Universo partecipativo, un mare quantico di informazioni
Psicologia Quantistica
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In questo momento della storia una nuova consapevolezza è entrata a far parte dell’universo umano, una presa di coscienza che ci riallinea con lo sviluppo e l’evoluzione della vita, con quegli avvenimenti sincronici che accadono al momento giusto, capaci di avviare la nostra esistenza in una direzione nuova ed ispiratrice
Carmen Di Muro - 06/11/2020
Articolo tratto da Scienza e Conoscenza n. 74
Forse riusciamo ad intuire questi misteriosi avvenimenti molto più di prima e sappiamo che per ognuno il cammino esperienziale è una rivoluzione spirituale, seducente e magica. Questa rivoluzione non solo giunge dalle più recenti acquisizioni scientifiche, ma arriva dal nostro stesso cuore, sollevando quel velo che a lungo ha ottenebrato la vera conoscenza. Un velo che in realtà è un “campo integrale” di energia dinamica e luminosa che permea ogni singola unità del nostro corpo e dell’Universo, separando nient’altro che “noi da noi”. È questo che gestisce le funzioni più alte della mente, nonché la fonte delle informazioni che governano la vita.
Aprire la mente a tutto questo significa “risvegliarsi”, creando le premesse per una nuova dimensione integrata tra scienza e coscienza, una luce capace di portare chiarezza sulle dinamiche che muovono l’esistenza. Questa non si sta evolvendo nel vuoto ma nell’ordine dell’Universo. È una manifestazione di un’armonia universale e non una violazione di essa. Il nostro è un mondo integrale interconnesso al di là dei regni della materia e dello spazio-tempo, per mezzo di un campo di informazione unificato, un campo che informa il presente con il passato e prepara le basi per il futuro.
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L’Universo partecipativo
Viviamo e respiriamo in un Universo partecipativo, un “mare” quantico di informazione sincronica sotteso da un’unica forza ordinatrice che governa i nostri corpi e il resto del cosmo.
In questa integrità indivisibile, l’esistenza umana, non può più essere considerata come un sottoprodotto accidentale del caso, ma assume un significato profondo, relazionale, attraverso il quale noi diveniamo compartecipi ad ogni attimo della creazione del mondo. E la cooperazione e la condivisione delle risorse ne divengono i principi fondamentali, al contrario della visione darwinistica che ci ha sempre fatto vedere la lotta e il combattimento come “strategie ottimizzate per la sopravvivenza” (Joseph, 2009).
Per esempio la forza trainante per l’evoluzione cellulare non fu la rivalità tra “replicatori”, ma un progetto comune e universale, dato da diversi sistemi che condivisero le informazioni nei processi di trasferimento genico. Ne sono una prova gli eucarioti.
Essi si sono evoluti rispetto alle cellule arcane, quando hanno accolto i batteri procarioti all’interno del loro sistema come organelli (mitocondri e cloroplasti) per far fronte al crescente contenuto di ossigeno nell’atmosfera (Bauer, 2008). In questa dinamica entrambi, respiratori (consumando ossigeno) e fotosintetici (producendo ossigeno) hanno avuto la possibilità di formarsi come organismi.
E la risultante di questo processo di sviluppo non è stata la creazione di “guerrieri solitari”, ma di “sistemi biologici cooperativi” la cui intenzione era volta al raggiungimento della massima efficienza per adattarsi al movimento della vita.
Quindi, sebbene, il più delle volte crediamo che i cambiamenti in individui diversi siano completamente disconnessi l’uno dall’altro, al contrario questi possono essere coerenti in un ordine intrinseco, laddove sono presenti delle intenzionalità creatrici che scelgono in accordo reciproco tra una moltitudine di possibilità. Potenzialità e attualità sono due modalità differenti di essere nella totalità della realtà. E il carattere distintivo degli organismi viventi risiede nella loro capacità di essere simultaneamente attivi in entrambi i domini.
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