Alla ricerca della Particella di Dio
Redazione - Scienza e Conoscenza - 01/01/2016
Il 25 aprile 2011 il quotidiano Repubblica pubblica la notizia della possibile scoperta del bosone di Higgs al Cern, da parte del'esperimento Atlas.
Nella titolazione dell'articolo la notizia viene data come certa, ma leggendo il pezzo nella sua interezza si capisce che si tratta di una fuga di notizie non ancora confermate.
I lettori che seguono Scienza e Conoscenza su Facebook hanno chiesto un nostro commento al pezzo di Repubblica, commento che ci risulta difficile fornire dal momento, dato che purtroppo non c'è nessuna notizia da commentare...
Il segnale nella analisi in questione, comunque "piccolo" per avere un significato di scoperta, non ha ancora passato nessuno dei livelli di review, neache quello interno ad Atlas, ma c'è stata la "fuga" di notizie. La persona che guida questa analisi è nota negli ambienti per altre scappate mediatiche di questo tipo: egli ha certamente una forte volontà di trovare un Higgs della massa a cui speravano/pensavano di avere iniziato a vedere qualcosa con l'esperimento Aleph a LEP (l'accaleratore di particelle antecedente LHC), questo pone ulteriori dubbi sull'analisi.
Ad ogni modo, in seguito Atlas ha "ritrattato" segnalando che dello spettro di massa invariante di due fotoni intorno a 115 GeV non c'è alcuna evidenza di segnali inattesi. Anche la collaborazione CMS ha prontamente revisionato l'analisi dello stesso tipo di dati, senza avere indicazioni di un eccesso in quella regione. Questi falsi allarmi si comprendono considerando che LHC sta producendo molti dati, ma ancora la statistica non e' sufficiente a distinguere con chiarezza effetti reali dalle fluttuazioni. Il contributo di queste ultime si riduce sempre più mano a mano che la quantità di dati raccolti (detta "luminosità integrata") aumenta: quindi continuiamo a seguire l'attività degli esperimenti di LHC per avere notizie più concrete e risultati conclusivi in un futuro non troppo lontano.
Riportiamo, in conclusione, la dischiarazione del Direttore generale del Cern, Rolf Heuer, sulla vicenda.
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You will all almost undoubtedly have heard the term ATLAS COM note by now. Whether or not the one leaked last week contains anything significant we don’t yet know, and that’s why neither ATLAS nor CERN have made any public announcement. However, I’d like to assure you that when there are real results from the LHC, you’ll hear about them in a timely and accurate way through official channels.
CERN’s approach to communication is one of full transparency and openness, but the experiments still need to be able to conduct their internal peer review processes in peace and quiet. This is a fundamental principle of our field, and the leak is something I take very seriously indeed. I hope that lessons have been learned from this incident so that our culture of openness can continue.
The leaked ATLAS note is one of over 400 such documents to have circulated in the collaboration so far this year. At the time of the leak, its contents had not been subjected to the slightest scrutiny, and many unglamorous interpretations are likely. Whatever the truth, it serves nobody’s interests to leak such documents.
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