Dalla materia all'invisibile: scoprendo l'intersezione tra scienza e spiritualità
Scienza e Fisica Quantistica
Scienza e Fisica Quantistica
La scienza moderna ha fatto passi da gigante nel comprendere l'universo, ma rimane ancora molto da scoprire.
Francesca Lanza - 31/10/2024
Secondo le stime attuali, solo circa il 4% dell'universo è composto da materia visibile, mentre il restante 96% è costituito da materia oscura ed energia oscura, entità di cui conosciamo molto poco. Questo dato evidenzia quanto ancora siamo lontani dal comprendere pienamente la natura del cosmo.
Con queste prospettive, la scienza per essere tale sembra doversi trasformare in scienza dell’invisibile, esplorando ambiti che storicamente sono stati relegati alla religione e alla spiritualità. Questa evoluzione non si limita più a fenomeni osservabili e misurabili, ma si estende a una realtà più profonda e complessa, che include la coscienza e altre forme di esistenza immateriali. In questo senso, la scienza sta ampliando i suoi confini, cercando di integrare concetti che vanno oltre il materialismo tradizionale.
Scienza e Spiritualità: un dialogo necessario
“Dopo trentacinque anni di studio sulla coscienza, sono sicuro che esista un'unione profonda tra il mondo della scienza e quello della spiritualità, due mondi che spesso sono considerati incompatibili tra di loro”.
Così scrive nel suo ultimo libro, pubblicato a giugno 2024, Federico Faggin, fisico e scienziato italiano con una carriera che ha incluso lavori significativi presso la Intel Corporation, proponendo una visione che avvicina la scienza alla spiritualità. Faggin in Oltre l'invisibile. Dove scienza e spiritualità si uniscono si allontana dalle tradizionali prospettive materialiste e riduzioniste, suggerendo invece che la comprensione profonda della realtà richiede una fusione tra conoscenza scientifica e consapevolezza spirituale. Con il concetto di "Nousym", Faggin esplora come la coscienza possa essere considerata una componente essenziale dell'universo, superando la visione meccanicistica che domina il pensiero scientifico contemporaneo.
È sorprendente (o forse no?) come il suo approccio si allinei con le riflessioni dei gradi autori Macro come Gregg Braden lo scienziato italiano Vittorio Marchi e non ultimo Amrit Sorli autore del best seller Oltre la fisica di Einstein.
Tutti condividono l'idea che una visione puramente materialista sia insufficiente per spiegare la complessità dell'esperienza umana e del mondo e che il concetto di coscienza, come semplice epifenomeno del cervello, sia insufficiente per spiegare la complessità e la profondità dell'esperienza umana.
La coscienza non solo esiste, ma è una parte essenziale dell'universo, capace di influenzare e modellare la realtà
Vittorio Marchi: l'Uno e la connessione universale
Vittorio Marchi ha sempre sottolineato nelle sue opere come la separazione tra scienza e spiritualità sia qualcosa di assolutamente artificiale e dannoso. Il conflitto tra spirito e materia, tra sacro e profano, il mondo della dualità, ha portato a una visione frammentata della realtà, che non può spiegare fenomeni che trascendono l'osservazione scientifica tradizionale. In questo senso, la fisica quantistica offre una via d'uscita, suggerendo un universo in cui la mente e la materia sono profondamente interconnesse.
La realtà non è semplicemente una collezione di oggetti fisici, ma una manifestazione della coscienza universale, dell’Uno detto Dio.
Implicazioni di una Fisica della Coscienza
Il concetto di coscienza, che tradizionalmente ha avuto un ruolo marginale nella fisica, concentrata prevalentemente sullo studio dei fenomeni misurabili e delle leggi che li governano, ha iniziato con la fisica quantistica ad essere considerato una componente potenzialmente fondamentale nella comprensione della realtà. La meccanica quantistica, a partire dal dualismo onda particella, ha sottolineato l’importanza dell'osservatore cosciente nella determinazione degli stati quantistici, sostenendo che l'atto dell'osservazione non è un processo passivo ma un'interazione che può influenzare l'esito dei fenomeni quantistici.
Oggi dopo più di 100 anni dagli esperimenti di De Broglie, Davisson e Germer e la formulazione del principio di indeterminazione di Heisemberg, le implicazioni di questa prospettiva sono profonde e gli sviluppi di queste teorie davvero sorprendenti.
La coscienza può essere concepita come un campo universale che attraversa e permea tutta la realtà. In questa visione, ogni mente individuale sarebbe una manifestazione locale di questa coscienza universale. Ciò implica che la coscienza non sia limitata al cervello umano, ma che possa essere una qualità fondamentale e intrinseca dell'intero universo.
Se la coscienza è non-locale, allora potrebbe essere necessario un nuovo quadro teorico che integri pienamente la coscienza con la fisica, portando a una comprensione più completa della realtà e delle nostre esperienze soggettive all'interno di essa. Questa nuova prospettiva potrebbe portare a una migliore comprensione di fenomeni come la percezione, l'intenzione e il libero arbitrio, e anche a una revisione delle basi della fisica, inclusi concetti come lo spazio, il tempo e la causalità, come suggerisce nel suo Oltre la Fisica di Einstein, Amrit Sorli.
Questa nuova “scienza della coscienza” rappresenta dunque un invito a espandere i nostri orizzonti e a riconoscere che la realtà potrebbe essere molto più complessa e misteriosa di quanto ci sia stato insegnato. Come suggeriscono Faggin e Marchi, unendo scienza e spiritualità possiamo arrivare a una comprensione più profonda dell'universo e del nostro posto nel mondo. Questo potrebbe essere il prossimo grande passo nell'evoluzione della conoscenza umana.