La fisica estrema: il film sulla teoria del Vuoto Quantomeccanico di Massimo Corbucci
Massimo Corbucci - 01/01/2016
Il seguente articolo è tratto da Scienza e Conoscenza 33.
La teoria del Vuoto Quantomeccanico di Massimo Corbucci si fa video e diventa film grazie all’interesse di una casa di produzione cinematografica indipendente, la Logo Video. Dall’incontro tra Corbucci e i ragazzi della Logo è nato un docu-fiction di grande impatto visivo e contenutistico. La particella di Dio è una vera “chicca” che gli amanti di Corbucci non possono lasciarsi scappare – strepitosa l’interpretazione di Massimo Corbucci nei panni di se stesso – e che tutti coloro che cercano una teoria alternativa a quella del bosone di Higgs non possono non vedere.
Massimo, dopo tanto scrivere su riviste e siti internet, dopo diverse interviste apparse anche sulla tv nazionale (si veda Voyager del 31 maggio 2010) ora arriva anche un film intitolato La particella di Dio che ti vede protagonista: com’è stato partecipare a questo progetto?
Quando la troupe della Logo è venuta a propormi di girare il film, forse non sapeva ancora che la mia Teoria aveva le carte in regola per entrare a pieno titolo in gara con il Cern nella corsa alla scoperta del quid che conferisce la massa a tutti i 10 elevato alla 80 atomi dell’Universo.
Oggi è certo al 100% che non c’è un Bosone all’origine del mondo, ma il Vuoto Quantomeccanico: è solo questione di aspettare che l’establishment prenda la decisione di dichiarare finita la corsa e di annunciare la necessità di “correggere” il Modello Standard, la Tavola Periodica degli Elementi e le basi della Fisica.
La lungimiranza di questi giovani outsider della cinematografia è stata premiata e io ho un debito di riconoscenza con loro, per la fiducia che hanno riposto in un personaggio che si presenta decisamente “inaffidabile” ma credibile, per la capacità di divulgare a chiunque la mia Teoria.
Ho capito immediatamente che il regista aveva colto il senso concettuale della frase del mio libro “non è tanto la donna a farmi impazzire, quanto l’idea”. Ad esempio nella scena in cui rincorro l’attrice Flaminia Bonciani su e giù per i piani del Palazzo Franciosoni, penso di aver recitato bene il momento in cui capisco che, entrando in “quella porta”, la troverò nuda completamente: di lei rimane solo la cosa che non c’è, con un po’ di donna intorno, efficace metafora del Vuoto Quantomeccanico. La L rovesciata tra i 103 barioni: unica ragione della “attrazione” e anche dell’attrazione gravitazionale in Fisica.
Potresti spiegare brevemente, per chi ancora non la conoscesse, la tua teoria del Vuoto Quantomeccanico?
La Teoria del Vuoto Quantomeccanico (VQM) si basa sull’evidenza del “nuovo” Modello Atomico, che mostra nella struttura atomica la “posizione”, appunto, del VQM, nel dettaglio dello shell elettronico e del nucleo. Più di documentare tutto in un libro (cfr. Cosa sono e quanti sono gli elementi chimici), dove è riportato l’aufbau elettronico e la sequenza barionica nucleare, con la composizione in quark di ogni singolo barione, relativo ad ogni singolo Elemento, dall’Idrogeno al Copernicio (così si chiama ufficialmente l’atomo 112), non potevo fare. C’è anche l’immagine tridimensionale “reale” di ogni singolo Elemento. Mi pare di aver fatto capire con sufficiente chiarezza che quel “nero” dopo i numeri atomici 71-72 e 103-104 e tra i barioni a spin ½ e quelli a spin 3/2 è la stessa sub-stantis (sostanza!) che si trova “sprofondando” oltre i 13,7 miliardi di anni luce della grandezza dell’Universo. Non si tratta del “nulla” scoperto nel 2007 in Minnesota da Lawrence Rudnick facendo la termografia all’Universo e rilevando una “chiazza bianca” di un miliardo di anni luce cubi, ma del “Tutto”. Il pieno più pieno che c’è, poiché ha come ingredienti i due Rishoni V e T (rispettivamente il Vuoto-Vuoto-Vuoto e Ciò che può riempirlo).
La tua teoria si colloca ai confini tra fisica e metafisica: è forse più vicina a quest’ultima?
Io sono un Fisico e non me la sento di parlare di Metafisica. Sebbene, oltre la Fisica – che appunto si occupa di ciò che nasce, per l’etimo della parola stessa Phyo – c’è il canale del parto. Consentitemi, da medico, questa esemplificazione efficace. La Scienza dovrebbe far tesoro di questa stessa metafora, tanto da rendersi conto che l’Ostetricia della Fisica in effetti è quel tipo di Matematica che abbia acquisito finalmente la nozione di ALEPH-4 (di Infinito Assoluto). Ora è ferma ad ALEPH-3. Meglio dirlo!
Che poi significa anche rivedere il Modello Standard e rendersi conto che la Gravità non è quantizzabile e non ha nulla da spartire con le cosiddette “Forze Fondamentali”. Ovviamente bisogna cambiare pure la Tavola Periodica e mettere in aula quella “bucata” con il Vuoto Quantomeccanico eloquentemente rappresentato tra gli Elementi di Gruppo A e quelli di Gruppo B.
Nel film parli della necessità della scienza di riavvicinarsi all’etica: dal tuo punto di vista la scienza attuale si è distaccata dall’etica? Perché la teoria del Vuoto Quantomeccanico riporta la scienza sui binari dell’etica?
Perché l’etica nella Scienza?
Prima del gravissimo incidente dei milioni di litri di petrolio in mare, avrei ammesso che un Fisico non è chiamato a dare pareri di etica. Quando succedono fatti indicativi del fallimento totale della “tecnocrazia” e della debolezza di chi si crede un “superman” onnipotente della scienza non si può far altro che ricordare l’antico detto pellerossa “prosciugato l’ultimo fiume e fritto l’ultimo pesce, poi i soldi non si mangiano”. La nozione di Vuoto Quantomeccanico – soprattutto nel punto in cui tratta il fatto che tutti gli atomi sono interconnessi tra loro e che le distanze sono solo apparenti da “fuori”, mentre da “dentro” le cose sono contigue – non può non riportare al rispetto della natura e di ogni creatura. In una visione dell’atomo così realistica, la fissione nucleare finalizzata alla produzione di energia e il motore spaziale ad antimateria, fanno accapponare la pelle. Mettici pure che non è vero che l’universo va alla deriva senza pilota – ma il pilota c’è e come – non vedo come si potrebbe non essere etici.
Ovviamente è pacifico che l’autoreferenza non paga e lungi da me dichiarare che sono onesto e buono e non ho nessuno dei vizi capitali dal momento che sono il padre del Vuoto Quantomeccanico.
Tuttavia la consapevolezza di come funziona il mondo mi ha fatto prendere le distanze da stili di vita opportunisti, che mi avrebbero fatto più ricco come medico se avessi taciuto sul male che fa la chemioterapia, per esempio, o il trasfondere sangue e depredare organi a malcapitati, e più adatto a ricoprire il ruolo di fisico candidato a riconoscimenti accademici se mi fossi astenuto dal dire cosa penso dei piani di costruzione delle centrali nucleari a pochi metri dal mare di Tarquinia. Ho solo sentito il dovere di essere coerente con me stesso, per non dovermi vergognare di guardarmi allo specchio.
Secondo il tuo pensiero porre la materia all’origine della materia è l’errore concettuale di grande portata che sta alla base della fisica moderna e degli esperimenti di fisica delle particelle che vengono portati avanti al Cern. Nella tua visione all’origine della materia c’è il pensiero. Cosa ha a che fare questo Pensiero con Dio?
La materia (un Bosone speciale) che dovrebbe conferire la massa alla materia. E poi al Bosone, la massa, chi gliela conferisce? Per favore non mi dite che l’ipotesi non fa acqua da tutte le parti, come un colabrodo.
Comunque vero è che le riflessioni “filosofiche” lasciano il tempo che trovano e che fare il Fisico è una cosa molto seria e non si costruiscono le basi della Scienza per aforismi, né enfatizzando paradossi o cercando di stupire con le parole. L’errore di chi gestisce gli esperimenti al Cern – se di errore vogliamo parlare – è quello di assumere atteggiamenti di sufficienza, anche verso persone come me, che da più di trent’anni dico con umiltà che il Bosone di Higgs non c’è, ma c’è “altro”.
La posta in gioco al Cern, questa volta della particella di Dio, è nientemeno che l’origine di tutto ciò che esiste nel Creato. La nostra origine. Si tratta di stabilire se dobbiamo l’esistenza ad una particella sub-nucleare o a qualcosa di altro. Il bisogno di sapere la Verità dovrebbe essere superiore a ogni interesse economico e politico. Qualora la mia Nuova Tavola Periodica con le “4 caselle nere” fosse una baggianata, vorrei saperlo io per primo. Ma che mi si dica che io porto solo chiacchiere a una Comunità scientifica con i piedi piantati per terra, che vuole prove e non parole, anziché dire: “Nel testo Cosa sono e quanti sono gli elementi chimici, è tutto sbagliato a pag. x e a pag. y e a pag. z”, si ritorce contro chi rende palese di nutrire solo rabbia e, perché no, invidia. Per favore facciamola finita. Prendetemi a sputi solo se ho sbagliato tutto, non per rabbia repressa. Quanto a Dio, sia ben chiaro che, anche qui, non voglio essere crocefisso per spinte emotive. La mia semplificazione concettuale, che il pensiero è all’origine della materia, non mi si deve ritorcere contro. Quando ho detto, a proposito di Gravità, che le leggi della Fisica sono psicologiche, rileggendo questa frase, l’ho trovata niente male. Che ci azzecca Dio?
La Fisica stessa ha rincorso i “mattoni fondamentali” (RISHONI) ravvisando che hanno cariche opposte + e - e che debbano chiamarsi Vavohu e Tohu.
Io di mio ci ho messo solo che T è anche l’iniziale di una materia, chiamata Teologia e che V e rappresentativ-a della Madre di Dio. Ovviamente non rinnego di essere credente.
Parola al regista
LOGO Video racconta la genesi de film e l’esperienza di lavoro con Massimo Corbucci
Come è nata l’idea di questo film?
Qualche anno fa – dice Claudio Cecconi (coautore con Francesco Villa del film La Particella di Dio) – lessi il libro Alla scoperta della Particella di Dio di Massimo Corbucci e rimasi colpito dall'ipotesi del Vuoto Quantomeccanico e dalla difficoltà della fisica moderna di accettare l'idea di una coscienza, un’“idea all'origine di tutto il manifesto.
Successivamente, nel settembre del 2008, al Cern di Ginevra viene acceso il più grande collisore di particelle mai costruito al mondo con lo scopo di osservare la fantomatica Particella di Dio, la particella responsabile dell'origine di tutte le cose, ipotizzata da Peter Higgs nel 1964 ma ad oggi non ancora osservata. L'esperimento desta fortissime preoccupazioni tra alcuni scienziati che ipotizzano la creazione involontaria di alcuni buchi neri, che fuori controllo potrebbero risucchiare la terra. Nonostante le preoccupazioni l'esperimento viene avviato ma qualcosa non funziona ed il costosissimo macchinario si guasta interrompendo le ricerche per circa un anno. Poi altri incidenti e problemi allontanano gli scienziati dagli obiettivi e fanno fare loro bizzarre ipotesi, tra queste quella che Dio non voglia che si scopra la particella Higgs. Tutti questi eventi attirano la nostra attenzione e ci spingono a contattare il dottor Corbucci. Da qui l’idea di fare un film documentario che proponga la teoria del Vuoto Quantomeccanico sull'onda della ricerca della particella di Dio al Cern di Ginevra.
Cosa vi ha colpito della personalità e delle teorie di Corbucci?
Ciò che stanno facendo al Cern è molto importante e segna un punto di non ritorno per la scienza aprendo nuove ipotesi sull’origine della materia e tutto ciò che ancora ignoriamo. Se la particella di Higgs non si trovasse e si trovasse qualcos'altro? Questo è ciò che ci interessa maggiormente: scoprire se c'è un’altra ipotesi al bosone di Higgs. L'ipotesi di Corbucci ci suggerisce una strada, una nuova mappa per conoscere la realtà e ci impone di trovare nuovi strumenti per conoscere ciò che ancora ignoriamo. Il pensiero diventa lo strumento per conoscere ciò che c'è al di la della materia, il tutto nascosto nel vuoto, nessun collisore di particella potrà mai fotografarlo e mostrarlo al mondo. Forse non è una particella ma qualcos'altro a dare origine alla materia, come dice Corbucci qualcosa che non viene da questo mondo. Il vuoto-pieno di Corbucci e il concetto di Dio delle filosofie religiose si uniscono e ci spingono a cercare un contatto col pensiero spirituale, ci chiedono di riconoscera la "materia oscura" e provare ad immaginare tutto ciò che c'è ma non si vede.
Come tutte le persone intuitive e visionarie, Corbucci possiede una sorta di personalità multipla: da una parte l’uomo, con tutti i suoi pregi e i suoi limiti, dall’altra il genio intuitivo, vale a dire un essere che si è svuotato per accogliere l’intuizione. Come si chiede lo stesso Corbucci: “Chissà se è stata una fortuna o una sfortuna aver scoperto il Vuoto Quantomeccanico?”. Quando una persona ha accolto intuizioni che ne accrescono la consapevolezza non ha più l’alibi dell’ignoranza e dell’incoscienza e deve agire a fin di bene: sappiamo come questo agire sia difficile nel contesto attuale e possa condurre ad un isolamento forzato. Ciò che appare superficialmente è quindi una personalità schiva e introversa ma, al contempo, gentile ed estremamente disponibile.
Com’è stato lavorare con Massimo?
Massimo Corbucci si è rivelata una persona molto disponibile, quasi stupito che una casa di produzione indipendente fosse interessata al suo lavoro. Corbucci, infatti, è consapevole del valore delle sue teorie ma lo è ormai altrettanto della diffidenza che le suddette teorie possono incontrare.
Da persona curiosa e attenta qual è, si è dimostrato anche particolarmente interessato alle dinamiche drammaturgiche e tecniche del mezzo filmico e chissà che un domani non si possa ripetere una collaborazione con Corbucci, anche nelle vesti di autore e regista.
Per noi di Logo Video sarebbe un’altra di quelle scommesse che, comunque vada, consideriamo vinte in partenza, com’è stata questa esperienza della Particella di Dio.
Guarda il trailer del nuovo film con Massimo Corbucci "La Particella di Dio"
IL VUOTO QUANTOMECCANICO
Secondo Corbucci ci sarebbe una soluzione differente per spiegare l’origine della materia. Esisterebbe cioè un vuoto “pieno” in grado di conferire massa alle particelle: il Vuoto Quantomeccanico, il luogo da dove ha origine la materia. Il fisico lo spiega attraverso la rinnovata disposizione delle particelle all’interno del nucleo stesso. Queste non sarebbero più disposte “come in una cesta di arance”, così come ipotizzato dalla scienza sino ad ora, ma in parte a destra e in parte a sinistra del nucleo secondo una precisa dicotomia.
Con questa distribuzione, le particelle individuate per l'atomo più grande conosciuto (con numero atomico 112) sarebbero 103: 57 a sinistra e 46 a destra. Restano quindi 9 caselle vuote, esattamente al centro del nucleo. Questo buco nel nucleo atomico, è la conclusione di Corbucci, avrebbe le stesse caratteristiche di ciò che si trova oltre i confini dell’universo.
L’atomo avrebbe dunque dentro di sé una “porta” per accedere all’infinito assoluto, un regno dove le misure non contano più.
I libri di Massimo Corbucci
disponibilità: Giugno 2010 |
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