Leonardo Da Vinci, il grande precursore del metodo scientifico
Scienza e Fisica Quantistica
Scienza e Fisica Quantistica
Come Galileo, Newton e le successive generazioni di scienziati, anche Leonardo riteneva che l’universo fisico fosse intrinsecamente ordinato e che fosse possibile comprendere razionalmente ed esprimere i rapporti causali che lo caratterizzano in maniera matematica.
Davide Fiscaletti - 22/05/2024
Cinquecento anni prima che il metodo scientifico venisse definito e descritto formalmente da filosofi e scienziati, Leonardo da Vinci elaborò e mise in pratica le sue caratteristiche essenziali:
- studio della letteratura disponibile,
- osservazioni sistematiche,
- sperimentazione,
- misurazioni accurate e ripetute,
- formulazione di modelli teorici e frequenti tentativi di generalizzazione matematica.
Come Galileo, Newton e le successive generazioni di scienziati, anche Leonardo riteneva che l’universo fisico fosse intrinsecamente ordinato e che fosse possibile comprendere razionalmente ed esprimere i rapporti causali che lo caratterizzano in maniera matematica.
Leonardo era ben consapevole del ruolo fondamentale che la matematica assume nella formulazione delle idee scientifiche e nella registrazione e valutazione dei dati sperimentali. Tuttavia, il modo con cui Leonardo si accostava alla matematica era quello di uno scienziato, non di un matematico: egli intendeva utilizzare questa disciplina semplicemente per fornire coerenza e rigore alle descrizioni delle sue osservazioni scientifiche.
Leonardo utilizzò le sue abilità di visualizzazione e il suo grande intuito per sperimentare nuove tecniche che preannunciavano branche della matematica che sarebbero state sviluppate soltanto secoli dopo, segnatamente la topologia e, soprattutto, la teoria della complessità.
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Diversamente da Galileo e Newton, l’essenza matematica che Leonardo riscontrava nella natura non poteva essere espressa in quantità e rapporti numerici. La scienza di Leonardo non può essere inclusa all’interno del paradigma meccanicistico di Galileo, Cartesio e Newton: la sua era una scienza delle qualità, delle forme organiche plasmate e trasformate dai processi sottostanti.
Per Leonardo la natura nel suo insieme era viva e animata: un mondo in continuo mutamento e in continuo sviluppo, tanto nel macrocosmo della Terra quanto nel microcosmo del corpo umano. Il vero nucleo centrale della scienza di Leonardo consisteva nell’analisi sistematica dei processi di autorganizzazione – la crescita, i movimenti e le trasformazioni delle forme viventi della natura.
Leonardo possedeva una consapevolezza spiccata della connessione reciproca di tutti i fenomeni e dell’interdipendenza delle parti all’interno di un tutto organico, nonché del fatto che tali parti si producono a vicenda, dando luogo ad un sistema complessivo autorganizzato. Nella sua scienza delle forme viventi, le caratteristiche meccaniche del corpo umano e di quello degli animali erano sempre viste come strumenti usati dall’anima per realizzare l’autorganizzazione dell’organismo.
Così, siccome la sua era una scienza delle qualità, delle forme organiche, dei loro movimenti e trasformazioni, nell’approccio di Leonardo la matematica che stava alla base della natura poteva esprimersi solo ricorrendo a forme geometriche che si trasformavano incessantemente, secondo leggi e principi rigorosi. Per Leonardo l’aggettivo “matematico” si riferiva di fatto soprattutto alla logica, al rigore e alla coerenza in base ai quali la natura ha plasmato, e continuamente plasma, le sue forme organiche.
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