Qual è il mistero della quinta dimensione?
Vincenzo Fanelli - 01/01/2016
Estratto da “La mente quantica” di Vincenzo Fanelli e William Bishop
La quinta dimensione
Nella quinta dimensione vi sono una moltitudine di percorsi dove possiamo saltare in ogni momento. Questi salti sono influenzati dalle scelte e dagli altri.
Qui entra in ballo quello che afferma la meccanica quantistica: “L’osservatore influenza il sistema osservato”.
Ogni scelta genera diversi percorsi alternativi.
Esistono numerose possibilità dove io posso diventare un milionario, un muratore, un medico, un poliziotto ecc.
Sono le mie scelte e chi mi circonda a influenzare il percorso.
Questi percorsi esistono tutti nella quinta dimensione.
Supponiamo che esista una fantomatica tecnologia per tornare indietro nel tempo e che mi permetta di andare a trovare il me stesso ragazzino. Immagina che io possa dargli tutti i cavalli vincenti dei prossimi 20 anni (ricordi il film Ritorno al futuro II?) in modo da poter accumulare una fortuna.
In questo modo, ad esempio, dalla professione d’impiegato cambierei la storia diventando un milionario.
Per far questo dovrei piegare la quarta dimensione (il tempo) lungo la quinta dimensione in modo da tornare indietro e fare le azioni giuste. Ma questo non è possibile, perché il mio attuale percorso di vita è già segnato, non esistono alternative nella quarta dimensione. Esiste la mia unica linea di vita.
Dovrei andare su una linea temporale diversa, una linea di vita virtuale dove sono ricco. Queste alternative esistono nella quinta dimensione. Per accedervi istantaneamente dovrei piegare la quinta dimensione grazie alla sesta.
Per farti comprendere quanto noi siamo completamente ignari di quanto ci accade, voglio fare un altro esempio riguardante la seconda dimensione.
Prendiamo una striscia la pieghiamo su se stessa e la uniamo creando un “nastro di Moebius”.
Un essere bidimensionale la percorrerebbe tutta su entrambi i lati senza rendersi conto delle curve e dei giri. Il percorso gli apparirebbe piatto e, senza comprenderne il perché, ritornerebbe al punto di partenza.
Noi esseri tridimensionali, invece, vedremmo le curve e i giri comprendendo perché l’essere bidimensionale ritorna il punto di origine. L’essere bidimensionale non vedrebbe nulla rimanendo stupito di questo continuo loop.
Ora, noi esseri umani siamo così arroganti da pensare di aver capito tutto sull’esistenza, ma siamo esattamente come quell’essere bidimensionale.
Non percepiamo l’interezza del tempo (quarta dimensione), non vediamo tutte le linee di probabilità contenute nella funziona d’onda (quinta dimensione) e non sappiamo minimamente come trasferirci su un ramo di realtà desiderato (piegare la quinta lungo la sesta dimensione).
Il fatto di non sapere e di non poter percepire,
non significa che qualcosa non esiste.
Significa solo che siamo limitati alle tre dimensioni.
Riconduciamo gli eventi straordinari a qualcosa che sia comprensibile: quando abbiamo una premonizione pensiamo che sia un caso e quando otteniamo qualcosa di impossibile, liquidiamo il fatto a un colpo di fortuna.
Come vedi, siamo proprio come un punto sul foglio di carta, incapaci di capire cosa accade perché confinati in realtà nella terza dimensione.
In un’era ormai dimenticata, qualcuno ci aveva insegnato a piegare la quinta dimensione. Questo sapere è andato perduto e tenuto volutamente segreto alla massa.
È giunto il momento di recuperare questa antica capacità ormai atrofizzata e di co-creare la vita desiderata.