La Scienza come forma d'arte
Scienza e Fisica Quantistica
Scienza e Fisica Quantistica
Che sia scienziato o artista, il fulcro del tutto è sempre l’uomo, definito correttamente “osservatore-costruttore”.
Redazione - Scienza e Conoscenza - 11/01/2021
Articolo tratto da Scienza e Conoscenza n.74
Intervista a Davide Fiscaletti a cura di Mauro Ferri
Ho conosciuto il fisico marchigiano Davide Fiscaletti una decina di anni fa, presentato da un comune amico appassionato di letteratura e di speculazioni astrofisiche.
Davide, in collaborazione conl’ingegnere sloveno Amrit Sreko Sorli, aveva messo a punto una teoria scientifica sulla natura dell’Universo, che vedeva essere infinito, atemporale, quantizzato e consapevole.
Una teoria che provammo a raccontare in forma divulgativa nel romanzo Oltre la Fenditura (NeàTrofè, 2013). Ho avuto modo di leggere alcuni suoi saggi, a carattere ora più, ora meno divulgativo (cioè più o meno digeribili per chi, come me, non mastica fisica e matematica). Ora si è cimentato in un gioco di parallelismi apparentemente azzardati, quelli tra scienza e arte.
Il filo logico che tiene legati i diversi capitoli del saggio Affreschiquantistici. Parallelismi tra scienza e arte (Castel Negrino Editore, 2020) non è semplice da seguire, ma è coerente, e alla fine il lettore trova con soddisfazione il bandolo di una complessa matassa.
Davide, come ti è venuta l’idea di lavorare su un nesso, quello tra scienza e arte, non certo intuitivo?
Diciamo che, da un punto di vista generale, io ho la tendenza ad avere una visione globale delle cose, in ogni ambito; il mio modo di agire tende spesso verso un quadro unificante e interdisciplinare.
E ho sempre pensato, quindi, in qualche maniera, che tra scienza e arte ci possano essere più contatti e parallelismi di quanto uno possa immaginare. Ma, forse, la vera chiave di volta che mi ha suggerito l’idea di scrivere questo libro diretto a esaminare i parallelismi e le contaminazioni reciproche tra scienza e arte, è rappresentata da alcune passeggiate che ho fatto a Siena, e in particolare la visita del Palazzo Pubblico, dove ho avuto modo di osservare i dipinti famosi di Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti.
Quando mi trovavo lì, fin da ragazzo ho sempre avuto la sensazione di essere in un luogo che trasmette qualcosa di magico, etereo rispetto all’ambiente circostante, proprio il tipo di messaggio che trasmettono alcune teorie fondamentali della fisica quantistica. E quindi, perché non approfondire la relazione?
La principale caratteristica dell’arte è la bellezza. Cosa è la bellezza per la scienza?
Mentre, sulla base del senso comune, il concetto di bellezza è sostanzialmente soggettivo, nell’ambito della scienza il termine “bellezza” viene usato per indicare un insieme di caratteristiche oggettive ben precise: una teoria viene considerata “bella” quando è coerente (cioè fornisce predizioni compatibili con l’esperienza), è elegante (cioè semplice) e, inoltre, descrive in modo unificato il maggior numero di fenomeni interconnessi.
ORDINE, ARMONIA E SIMMETRIA SONO GLI ELEMENTI CRUCIALI
CHE GUIDANO GLI SCIENZIATI NELLO SVILUPPO DI UNA TEORIA,
E SONO ELEMENTI CHE CARATTERIZZANO ANCHE LA RICERCA ARTISTICA
Qualche esempio di equazione che si può considerare “bella”?
La famosa seconda legge del moto di Newton, che lega forza e accelerazione di un corpo di data massa e l’equazione di Einstein della relatività, che esprime l’equivalenza massa-energia. Nella scienza la bellezza è stata sempre uno scopo da raggiungere e un criterio guida nel tentativo di fornire una descrizione soddisfacente dell’universo. [Continua..]
LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO SU SCIENZA E CONOSCENZA N. 74