Ritrovare la strada maestra del Cuore grazie allo Yoga Kundalini
Dharma Kaur - 01/01/2016
Nella visione del mondo e dell’uomo dello Yoga Kundalini il cuore è molto più che un semplice organo che invia sangue a tutto l’organismo e che con il suo incessante lavoro è l’indicatore dell’essere ancora in vita o, quando si ferma, della conclusione del corpo fisico. Il cuore, per Yogy Bhajan e i suoi predecessori, ha una valenza che va oltre la semplice esistenza fisica e materiale, in quanto viene riconosciuto come un centro importante della componente sottile/spirituale dell’essere umano. Per comprendere questa affermazione, è necessario specificare cos’è un essere umano per uno yogi. All’interno di discipline come lo yoga si afferma che l’uomo è composto non solo da un corpo fisico, ma anche da una parte mentale, emozionale e da una parte chiamata anima, che, probabilmente, risulta piuttosto misteriosa e incomprensibile per la nostra mente. Le antiche conoscenze ci informano che la parte che potremmo definire sottile, in quanto non facilmente percepibile dai cinque sensi, è in realtà la componente più importante e che essa controlla, plasma e dirige tutto il resto.
Il Sistema energetico dei chakra
Il cuore si colloca all’interno di un sistema energetico complesso e molto articolato, in cui esistono migliaia di canali o Nadi e vortici o Chakra: i primi si occupano di trasportare-distribuire l’energia cosmica chiamata Prana e i secondi di assorbire elaborare e distribuire sempre la stessa energia, governando in realtà tutta la manifestazione fisico/mentale/emozionale/spirituale del nostro stato di esseri umani spirituali incarnati. La rappresentazione della nostra più completa essenza e dei suoi molteplici strati si può apprendere in un processo di consapevolezza attraverso la scoperta e l’esplorazione dei vortici o chakra più importanti, comunemente riconosciuti come sette, che rappresentano nella loro disposizione e nel loro percorso sette stadi dell’essere che si manifesta nella vita e di una sua possibile evoluzione di consapevolezza. Questi centri energetici sono collocati lungo la colonna vertebrale, il primo alla sua base e l’ultimo due dita circa sopra la testa. Il chackra del Cuore, all’interno di questo sistema, è situato proprio al centro, nella zona del petto all’altezza dei capezzoli, la sua posizione lo colloca perciò tra i primi tre chakra o triangolo inferiore e gli ultimi tre o triangolo superiore. I primi tre chakra governano la parte più materiale, corporea, emozionale, gli ultimi tre quella mentale, intuitiva, immaginativa e comunicativa: sono due poli opposti che rappresentano il polo maschile e il femminile, Shiva e Shakti, il cielo e la terra, lo spirito e la materia, il mentale e il fisico, gli istinti e la ragione. Nella centralità del cuore queste due polarità possono incontrarsi e integrarsi, qui ogni coppia di contrari può trovare la sua riappacificazione. A questo proposito, è molto interessante osservare che lo Yantra (il simbolo, come da immagine in alto a destra) che rappresenta il chakra del Cuore ha, all’interno di un cerchio che simboleggia il fiore di un loto a dodici petali, una stella a sei punte formata da due triangoli che si intersecano e che rappresentano “il movimento discendente dello spirito nella materia e la liberazione ascendente della materia nello spirito” (Anodea Judith). Inoltre il colore che comunemente si associa a questo chakra è il verde che si trova al centro dello spettro della luce visibile tra i colori caldi (rosso,arancio, giallo dei chakra bassi) e quelli freddi (blu, indaco, violetto dei chakra superiori). È nel chakra del Cuore che ogni essere umano può scoprire chi è veramente nella sua totalità, in un apprendimento consapevole della propria parte terrena e della propria parte spirituale, in una scelta di accoglienza ed equilibrio. Con la presenza di un cuore che è ascoltato e riconosciuto possiamo soddisfare i bisogni primari del nostro corpo, avere sane relazioni, liberare, ascoltare e canalizzare le nostre emozioni e mantenere nello stesso tempo il contatto con la nostra parte infinita, con l’intuizione e avere una comunicazione efficace. Quando questo chakra si apre inizia il primo vero livello di autocoscienza, in cui puoi vedere te stesso attraverso gli occhi degli altri e puoi pienamente vedere gli altri come esseri tanto importanti quanto te stesso.
Aprirsi all’amore
Ogni vortice energetico o chakra ha dei doni e delle capacità importanti. Nel cuore normalmente si colloca la nostra capacità di amare: in questo chakra viene sancito il nostro diritto ad amare ed essere amati. Siamo tutti perennemente alla ricerca di amore, c’è in ognuno di noi un bisogno infinito di essere amati e tante sono le scelte che facciamo cercando di raggiungere questo stato dell’essere. Si potrebbe dire che la ricerca dell’amore è una delle forze più potenti che muovono il mondo e spesso la vita ci insegna che dietro molti atti di non apparente amore c’è solo una richiesta disperata di esso. Da cosa nasce la capacità di risvegliare il potenziale di amore infinito che è in noi? Come possiamo aprirci all’amore? È proprio nel diventare consapevoli del gioco infinito degli opposti in un risveglio a chi siamo davvero che possiamo trovare il potenziale per andare oltre gli opposti e solo con l’amore, e la compassione che lo accompagna, possiamo riuscire ad integrarli. L’amore nasce proprio dal riuscire ad accogliere tutto questo, accettandolo come parte importante del nostro essere: quando vedo, riconosco ma non giudico e accolgo me e gli altri con un sentimento di compassione profonda sto usando la forza unificatrice che è l’amore. Nel cuore posso andare oltre il giudizio continuo della mente che saltella sempre dal bianco al nero, dal mi piace-non mi piace, per andare nella mia anima dove tutto questo gioco cessa, dove incontro la neutralità, l’equilibrio e la pace. Il primo passo fondamentale che il cuore ci insegna per imparare ad amare senza condizioni è riuscire ad amare se stessi: “Il tuo cuore non deve aprirsi agli altri. Il tuo cuore deve aprirsi a te” ci ricorda Yogi Bhajan. Solo accettando noi stessi possiamo andare verso gli altri e arrivare a vivere e manifestare il potenziale di amore cosmico che l’energia del cuore ha in sè. È il cuore stesso ad insegnarcelo con il suo funzionamento: “Il cuore è un muscolo potente che spinge il sangue ricco di ossigeno attraverso l’arteria aorta e da lì in tutto il corpo, affinché nutra tutti gli altri organi. L’aorta è un’arteria poderosa: da essa hanno origine tutte le altre arterie che distribuiscono il sangue all’intero organismo. Le prime a diramarsi dall’aorta si chiamano coronarie e servono, pensate un po’, a riportare il sangue ricco di ossigeno al cuore stesso. Dunque, il primo sangue, il migliore, quello che viene mandato in circolo dal cuore ritorna proprio al cuore medesimo” (Silvia di Luzio).
Aprire il cuore con il respiro
Nello yoga il nome che si da a questo vortice è Anahata che viene spesso interpretato come il “non colpito” o “risuonante senza percussione” stando ad indicare il suono che si produce senza sfregare due cose. Questo nome è un potente indizio e riconferma della profonda essenza di neutralità che questo centro ha: in esso possiamo ritrovare l’eco della prima vibrazione dell’universo in procinto di manifestarsi, quando ancora le polarità sono fuse e non manifeste. Molto spesso però questo centro è chiuso, paralizzato e il cuore è stretto in un’armatura che vuole proteggerlo, ma in realtà ne mina la salute e il potere: le sofferenze, le emozioni irrisolte della nostra vita, della nostra infanzia, delle vite passate gravano su di noi e ci impediscono di aprirci al potere di dare e ricevere amore incondizionatamente. La chiave per aprire la porta del cuore è il respiro, non a caso l’elemento collegato a questo chakra è l’aria. Anche a livello fisico il cuore ha un legame indissolubile con i polmoni, inoltre il sistema respiratorio e circolatorio sono interdipendenti. Il respiro è riconosciuto dalle vie dharmiche come un segnale che la nostra anima è presente e sta nutrendo il corpo fisico rendendo possibile la vita: “con il vostro respiro potete toccare la vostra anima, se c’è qualcosa di divino in voi questo è il vostro respiro” dice Yogi Bhajan.
Lo yoga al servizio del cuore
Lo yoga ci insegna a ritrovare il potere che risiede in una respirazione profonda e completa attraverso esercizi, meditazioni e altro ancora, così che possiamo far cadere le barriere che soffocano il nostro cuore e ci impediscono di esprimere il potenziale infinito di amore, compassione e comunità che ognuno di noi possiede. Solo con un’apertura di tanti singoli cuori e un incontro tra esseri umani sulla base di valori quali il reciproco rispetto, l’accoglienza e la compassione verso le rispettive diversità potremo sperare in un futuro senza guerre, egoismo, arrivismo e violenze. Per come stanno andando le cose in questo momento sembra un futuro ancora molto lontano, ma l’epoca dell’Acquario è finalmente qui e il cambiamento è già in atto. La pressione dei cuori delle persone più consapevoli farà la differenza anzi la sta già facendo. Il cuore ci insegna ad avere fede, a credere nei sogni, a nutrire una visione di noi e del mondo migliore. Per chiudere vorrei proporvi una meditazione, perchè lo yoga ci insegna che possiamo auotoiniziarci ed autoguarirci a tutti i livelli (fisico, mentale, emozionale e spirituale): basta solo decidere di volersi amare e trovare un po’ per praticare e risvegliarci al nostro essere più vero e profondo. Tra le tante che Yogi Bhajan ci ha lasciato c’è una meditazione bellissima che si fa ascoltando il battito del prorpio cuore, metodo usato all’origine dagli yogi per misurare la durata di un pranayama. Yogi Bhajan diceva “è così potente che se il peggior criminale la facesse per 90 giorni consecutivi per 2 ore e mezza al giorno abbandonerebbe tutti i comportamenti negativi e aggressivi”. In poche parole l’ascolto del proprio cuore, del suo suono/Anahata, può trasformare il più terribile assassino in un uomo di pace e amore: questo è il potere del cuore! (vedi box sotto)
Imparare a meditare
Siedi a terra a gambe incrociate, tieni il collo ben diritto con il mento leggermente chiusoverso lo sterno.
Posizione degli occhi: focalizza gli occhi leggermente chiusi al Punto dl Terzo occhio (tra le sopracciglia).
Mantra: Sat Naam (il significato è: “vera identità”).
Mudra: con le quattro dita della mano destra, senti il battito sul polso sinistro. Forma con le dita una linea diritta, leggermente appoggiata così che tu possa sentire il battito in ogni punta delle dita. Ad ogni battito del cuore, mentalmente ascolta il suono Sat Naam.
Tempo: inizia gradualmente sino ad arrivare a 11 minuti, proseguendo se te la senti fino a 31 minuti.
Commenti: questa è una buona meditazione per chi non sa come meditare, o vuole sviluppare l’abilità di concentrazione. Permette di controllare la reazione ad ogni situazione e porta dolcezza e orientamento anche alla mente più scellerata e dispersiva.
Iniziare cantando l’Adi mantra - Ong Namo Gurudev Namo per tre volte, e chiudere la pratica
con la ripetizione del mantra Sat Naam, sempre in posizione facile e con le mani appoggiate al
petto un palmo contro l’altro.
Per maggiori informazioni: http://www.kundaliniflow.com/index.php/home/una-classe-di-kundalini-yoga