Terremoti: perché si verificano e come possiamo prevederli
Redazione - Scienza e Conoscenza - 01/01/2016
Scienza e Conoscenza: Perché si verifica un terremoto?
Sabrina Mugnos: I primi 100-120 chilometri di spessore del nostro pianeta non sono costituiti da un blocco unico, ma da un puzzle di placche o zolle in moto reciproco tra di loro.
Ne consegue che si scontrano, accavallano, fagocitano a vicenda oppure si allontanano l’una dall’altra, generando l’attività sismica e vulcanica che osserviamo, che è concentrata prevalentemente lungo i loro confini. In particolare un terremoto è un rilascio repentino delle tensioni accumulate dalle rocce sottoposte a sforzo per molto tempo, ed avviene sottoforma di onde elastiche che si propagano attraverso il pianeta.
S&C: È possibile prevederlo? Con quali tempi e con quali strumenti?
Sabrina Mugnos: Allo stato attuale delle conoscenze, non sembra possibile formulare una Previsione Deterministica attendibile, ovvero conoscere dove e quando colpiranno i sismi. Tuttavia negli ultimi tre decenni sono stati rilevati una serie di segnali premonitori che li precedono, come l’aumento dell’emissione di taluni gas come il radon, variazioni di velocità delle onde sismiche, intorbidimento e variazioni di livello delle acque nelle falde acquifere, nonchè comportamenti anomali da parte degli animali. La loro comparsa, però, sembra abbastanza casuale, o comunque non abbastanza regolare da poterla porre in relazione univoca col il terremoto imminente. Ma c’è da dire che è un campo di studio in continua evoluzione che, si spera, possa dare risultati più concreti già nei prossimi anni
S&C: Quali sono le aree oggi maggiormente a rischio nel mondo?
Sabrina Mugnos: Le zone più a rischio sono quelle che giacciono sopra a margini di placca complessi, ovvero dove c’è l’interazione di più placche e secondo dinamiche peculiari. Gli esempi più eclatanti sono l’Indonesia, il Giappone, la Cina, e le Americhe, cioè tutti i paesi che corrono lungo l’Anello di Fuoco, ovvero il confine tra la grande placca dell’Oceano Pacifico che interagisce con le numerose placche, sia oceaniche che continentali, di cui è bordata
S&C: E in Italia?
Sabrina Mugnos: Anche il bacino del Mediterraneo è una zona ad alta sismicità; ciò è dovuto alla sua particolare conformazione che lo vede incassato tra grandi placche, come quella africana e quella euroasiatica, in moto reciproco tra loro. Ciò non solo ha prodotto l’apertura (e la continua espansione) del piccolo oceano del Mar Tirreno, costellato di enormi vulcani, ma anche l’innalzamento delle Alpi e della dorsale appenninica nelle cui vicinanze è concentrata l’attività sismica del paese.