L’interazione tra grandi sismi
Marisa Grande - 01/01/2016
Il seguente articolo è tratto da Scienza e Conoscenza n.31.
Le dinamiche tettoniche risultano accelerate dalla viscosità dell'astenosfera (strato intermedio tra mantello e litosfera), resa viscida dal calore che il nucleo terrestre sprigiona nello sforzo di compensare l'azione frenante dell'asse terrestre inclinato. Ne derivano scontri crostali e fenomeni di sovrapposizione e di subduzione che causano violenti terremoti. La maggiore tensione energetica si scarica sulla vasta cintura di fuoco che costeggia le terre del Pacifico, dove tre giorni prima del terremoto di Haiti, il 10 gennaio 2010, se ne è verificato uno di magnitudo 6.5 della scala Richter a largo di Eureka, in California.
Tale sisma corrisponde alla risposta della placca continentale all'impulso elettromagnetico emesso dal centro di una cella oceanica che modella la costa nord occidentale californiana compresa tra le località di Vancouver e di Santa Rosa. In direzione sud la costa è interessata dall'azione contrastante di due grandi celle geologiche: una oceanica che modella l'arco della Sierra Nevada e l'altra continentale, con centro nei Monti Uinta, che delinea la Catena delle Cascate e la Catena Costiera. Sull'intersezione tra le due celle vi sono San Francisco e Los Angeles, località ad altissimo rischio sismico. Un centro continentale collocato su Cincinnati descrive l'ampia cella geologica che comprende gli Stati Uniti e una vasta area atlantica, dove i monti sottomarini della Nuova Inghilterra, le Isole Bermuda e la Platea Hatteras rappresentano i tre centri geologici che modellano la costa orientale americana compresa tra la Nova Scotia e la Florida.
Il resto di terre emerse si compone di arcipelaghi e penisole, ossia “brandelli crostali” intorno alle celle geologiche del Golfo del Messico e del Mare Caraibico, scampati a una forza distruttiva devastante che inabissò nell'Atlantico il resto delle terre emerse. Secondo le leggi dei sistemi complessi, il terremoto del 13 gennaio 2010 che ha devastato Haiti si pone in diretta connessione con quello californiano, poiché tutti i vettori che hanno origine nei centri delle celle geologiche di quella costa pacifica attraversano Haiti prima di confluire sul centro del cerchio di fuoco delle Piccole Antille. La tensione elettromagnetica originata nel Pacifico ha trovato, quindi, il suo punto di scarico in Port au-Prince di Haiti, al confine tra le celle geologiche del Mare Caraibico e del Mare delle Piccole Antille, la cui resistenza opposta deriva dalle interazioni delle forze di espansione atlantiche.
Le terre emerse di quest’area sono collegate tra loro secondo un rapporto proporzionale di griglia energetica modulare e frattale compresa entro una vasta maglia triangolare, la cui base si estende dal Messico al Brasile e il cui vertice superiore si trova in area atlantica a largo della Nova Scotia, dove include anche l'ancestrale “polo nord magnetico” del Triangolo delle Bermuda, causa dell'inabissamento delle terre atlantiche circostanti, una volta emerse.
Marisa Grande
Artista leader del Movimento culturale “Synergetic-art”, avviato agli inizi degli anni Novanta per far interagire tra loro molteplici settori culturali, ai fini di pervenire ad una conoscenza globale della realtà. Socia dal 2001 della Società Italiana di Archeoastronomia presso l’Osservatorio di Brera di Milano, scrive su riviste di settore, di arte, cosmologia e simbologia, tematiche queste che ha approfondito nei saggi inediti Impronte di senso: tra natura e storia, Dai simboli universali alla scrittura, La precaria armonia del cosmo.
Tra le sue pubblicazioni interdisciplinari si trovano anche scritti di paleo e archeoastronomia come L'orizzonte culturale del megalitismo (Besa 2008).