Il Lago di Garda e il rischio di terremoti
Marisa Grande - 01/01/2016
Nell'area del Lago di Garda e di Monte Baldo vi sono stati già forti terremoti e il più antico che si ricordi risale al 243 d.C. Causò la scomparsa di Benago, la città che dava l'antico nome al lago e che sorgeva dove oggi si colloca Toscolano. Benago scomparve improvvisamente, forse sommersa dalle acque di un piccolo lago chiuso tra le montagne, che si riversarono sulla città a causa della spaccatura del monte che la sovrastava.
Tra gli altri noti terremoti storici vi sono quello del 793, che interessò il Lago di Garda e la la zona del Monte Baldo.
Nel 1457 un monte sopra Salò si abbassò.
Nel 1703 fu particolarmente colpito il Lago di Garda.
Nel 1810 a Malcenise si aprì il terreno e s'intorbidirono le acque.
Nel 1836 vi furono frane sul Monte Tonè, sulla parte settentrionale del Monte Baldo e una conseguente improvvisa eruzione di acque.
Dal 1866 in poi vi fu un lungo periodo di tremiti del Monte Baldo, culminati nel terremoto del 5 gennaio 1892 che scosse tutta la regione del Garda.
Il 31 ottobre 1901 e il 24 novembre 2004 risultò particolarmente colpita l'area di Salò.
Nei movimenti della fine di ottobre 2011 è stata ancora interessata l'area intorno a Monte Baldo.
Il Monte Baldo corrisponde ad una breve catena montuosa che si estende per 35 chilometri in direzione SW/ NE che si interpone tra la costa orientale del Lago di Garda e la Valle dell'Adige.
Ha lo stesso orientamento della grande monoclinale della sponda orientale del Lago di Garda, la quale forma l'anticlinale del lato occidentale dell'altura ed entrambi formano un sistema tettonico unico, compresso tra le spinte provenienti da ovest dalle Prealpi Bresciane e quelle provenienti da Est dai Monti Lessini.
Il Monte Baldo è formato dalle rocce carbonatiche sedimentate decine di milioni di anni fa sui fondali marini dell'Oceano Tetide, che si estendeva nell'area occupata oggi dalla pianura padana.
Il suo sollevamento, essendo emerso in forma di una grande piega tettonica, rientra nel quadro generale della formazione della Alpi, determinata 65 milioni di anni fa dalle spinte tettoniche esercitate dalla zolla africana sulla zolla euro-asiatica.
Il margine settentrionale della placca africana, nella fase di collisione con la placca euroasiatica, dette origine alle Alpi Meridionali, una serie di pieghe tettoniche calcaree, di cui fa parte anche il Monte Baldo, che comprendono le Prealpi italiane e i massicci dolomitici, con asse principale orientato in direzione Ovest-Est.
Il confine tra le due placche è rappresentato dal lineamento tettonico formato da un sistema di faglie regionali a giacitura subverticale, che separano le Alpi Centrali dalle Alpi Meridionali.
Tale lineamento periadriatico che si sviluppa per circa 1000 chilometri è detto Linea Insubrica o Linea Periadriatica. E' suddiviso in settori geografici che fanno distinguere, partendo da Ovest, la Linea del Canavese, la Linea del Tonale, la Linea della Pusteria (o del Gail), la Linea delle Giudicarie. Lungo il suo percorso dal Canavese alle Alpi Carniche si sono formate le valli alpine, quali la Valtellina, la parte settentrionale della Valle Camonica, la Val di Sole, la Val Pusteria, la Valle del Gail e la Valle della Drava.
La Linea Insubrica nella zona del Trentino occidentale devia dal suo asse principale orientato Ovest-Est per dirigersi verso Sud-Ovest lungo un percorso compreso tra Merano e il Lago d'Idro.
Il tratto di deviazione si sviluppa da NE a SW attraverso la Val del Sole e l'alta Val Rendena, dalla sorgente del fiume Sarca, immissario del lago di Garda, fino alla Forra del Limarò, e attraverso la Valle Chiese, dove scorre il fiume omonimo, fino allo sbocco nel Lago d'Idro.
Il tratto sud di tale deviazione della Linea Insubrica è denominato Linea delle Giudicarie. E' lungo 100 km. ed è composto da elementi strutturali caratterizzati da un piano di faglia con immersione Nord-Ovest, che funziona sia come faglia inversa (ossia con il tetto di faglia della roccia ad Est che si eleva rispetto al muro della roccia di Ovest, con un angolo stretto tendente al sovrascorrimento della massa orientale sull'occidentale) e sia come faglia trasforme destra, ossia una variante delle semplici faglie trascorrenti, nelle quali una delle due masse rocciose slitta lungo il muro verticale dell'altra massa rocciosa adiacente.
La Linea delle Giudicarie, con la complessità della sua faglia, ha interessato e interessa la regione del Lago di Garda, il quale, collocato sulla massa tettonica orientale, è anche sensibile alla compressione della placca adriatica sospinta verso NW dalla placca africana.
La profonda fossa tettonica del Lago di Garda, che risulta tagliato longitudinalmente a metà lungo la direzione SW-NE dalla linea di faglia Ballino-Garda, ha la parte orientale appartenente al sistema della piattaforma veneta, che presenta disturbi tettonici lungo le sue linee di faglia. La parte occidentale appartiene invece al bacino lombardo, caratterizzato da sovrascorrimenti di rocce carbonatiche rigide su rocce tenere. In questo versante furono i movimenti di sollevamento dell'Adamello, avvenuto durante il Paleogene, e della sua messa in posto tra il Miocene e il Pliocene, responsabili di molte deformazioni e fratturazioni della copertura sedimentaria. Alcune di quelle fratturazioni, secondo la teoria classica, risultano ancora attive e sono la causa di eventi sismici che hanno interessato e continuano ad interessare la regione del Garda.
Secondo la teoria delle "celle geomorfologiche", invece, quelle fratturazioni si attivano per l'elettromagnetismo emesso dai centri di ogni cella, come quello situato nel Collio, da cui è derivato l'impulso all'attivazione della piccola cella con centro in Ferrara di Montebaldo, responsabile dei terremoti che hanno colpito la zona est di Monte Baldo alla fine di ottobre 2011.
Il Collio e Ferrara di Montebaldo corrispondono a due centri composti da minerali magnetici, sfruttati in antichità come miniere di ferro, che veicolano fino in superfice e diffondono per irradiazione l'elettromagnetismo proveniente dall'interno della Terra.
La quantità di elettromagnetismo prodotto per attrito tra nucleo terrestre in rotazionee e minerali alla base del mantello è in diretto rapporto con la quantità di minerali che si fondono accrescendo il volume del guscio fuso del nucleo e che risalgono in forma di magmi con moti convettivi fino ai bacini magmatici e fino all'astenosfera. L'incremento subito è dipendente dall'inclinazione e dall'oscillazione dell'asse terrestre, che imprime un'azione frenante al moto di rotazione della Terra, che il nucleo terrestre, messo sotto sforzo, tende a compensare producendo maggiore calore e irradiando campi elttrici verso al superficie del pianeta.
L'energia termica e l'elettromagnetismo aumentano la quantità di magmi nei bacini magmatici e rendono vischiosa l'astenosfera sulla quale scorrono le placche tettoniche della litosfera, le quali possono scontrarsi con maggiore facilità provocando terremoti e attivando, con la subduzione dei loro bordi, il vulcanismo.
Tutti questi fenomeni distruttivi risultano regolati in superficie dalla dinamica di circolazione dell'elettromagnetismo secondo un ordine geometrico che descrive, all'interno del sistema circolare, modulare e frattale delle celle geomorfologiche, precise figure riconoscibili nei modelli tramandati dalla "geometria sacra". Questi corrispondono all'impronta riprodotta in superficie dall'attività vibrazionale impressa dai moti terrestri ai minerali che compongono il mantello, l'astenosfera e la litosfera.
I minerali, si distribuiscono e si orientano secondo le proprie caratteristiche di maggiore o minore conduzione, nel centro o in periferia di ogni cella geomorfologica, formando regolari strutture geometriche, i cui modelli, ricostruiti attraverso le esperienze condotte in campo di cimatica, hanno il loro precedente storico negli antichi modelli dei mandala, le figure simboliche che riproducono in infinite forme la similarità modulare e frattale presente nel cosmo.
Scritto da Marisa Grande
Artista leader del Movimento culturale “Synergetic-art”, avviato agli inizi degli anni Novanta per far interagire tra loro molteplici settori culturali, ai fini di pervenire ad una conoscenza globale della realtà. Socia dal 2001 della Società Italiana di Archeoastronomia presso l’Osservatorio di Brera di Milano, scrive su riviste di settore, di arte, cosmologia e simbologia.
http://www.synergetic-art.com/