Terremoti in Italia, la situazione della nostra penisola
Sabrina Mugnos - 01/01/2016
Qual è la situazione geologica della Pianura Padana? Ci si poteva aspettare un sisma di questo tipo? Dobbiamo aspettarci altri eventi simili in queste zone a breve, o può essere un evento isolato?
Più che si situazione geologica della Pianura Padana si dovrebbe parlare di quella dell’intero bacino del Mediterraneo, frutto della complessa interazione di più microplacche in continuo movimento tra di loro. Il tutto, ovviamente, si riflette sul nostro “stivale” che è a rischio sismico per circa la metà del suo territorio, in particolare lungo la catena appenninica e nel suo tratto meridionale (ed anche la Sicilia).
La Pianura Padana, apparentemente una placida e innocua distesa, in realtà nasconde sotto i sedimenti fluviali del fiume Po’ un tratto di tale dorsale appenninica, che tende a migrare verso nord-est, e nella piccola area del ferrarese è ulteriormente (sebbene leggermente) rialzata.
Questa zona ha già vissuto un sisma violento nel 1570 (ed un altro meno importante nel 1639), quindi non è così insolito che a distanza di secoli ci sia stata la replica della medesima intensità.
Esistono nuovi metodi di prevenzione e monitoraggio nel mondo che potrebbero essere applicati in Italia?
In queste ore si sta scatenando una rovente polemica a seguito delle dichiarazioni dell’ingegnere sismico Alessandro Martelli, Direttore del Centro Enea di Bologna, secondo il quale l’evento era stato previsto sulla base di algoritmi teorici sviluppati dall’International Centre for Theoretical Physics (ICTP) e dall’Università di Trieste, che avevano messo in luce delle anomalie nelle zone colpite dal sisma. Inoltre ha aggiunto che la Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile sapeva di questa allerta ma senza averla divulgata (allerta che peraltro sembra ancora più marcata per le zone del sud Italia).
Inutile dire che tra il prevedere a livello teorico che in un certa zona si verifichi un sisma e averne la certezza passano tutti i problemi di gestione politica e sociale e che, spesso, se non partono accuse di silenzio sono per procurato allarme. Quindi ritengo non sia neanche il caso si entrare in disquisizioni di questo genere.
Anche perché allo stato attuale delle conoscenze si parla solo di ipotesi suffragate da metodologie sperimentali e non di teorie certe e rodate. In pratica, non siamo ancora in grado di prevedere il momento e il luogo in cui si abbatterà un sisma ma solo, appunto, di sviluppare modelli teorici e probabilistici
Cosa consiglieresti alle persone che abitano in zone sismiche per difendersi preventivamente da nuove scosse?
Innanzitutto imparare a conoscere quanto meglio possibile il fenomeno, ovvero entrare in contatto diretto con la minaccia che cova sotto le nostre terre. E il modo migliore per farlo è documentarsi dapprima con delle letture divulgative e dopo, quando si prende dimestichezza con la materia, visitando i siti internet degli istituti di rilevamento per cominciare a prendere confidenza con dati leggermente più tecnici. Questo è necessario per non diventare facili prede del terrorismo di massa.
Per quello che riguarda la propria incolumità, il comportamento più importante da tenere è esaminare preventivamente i luoghi dove si trascorre il maggior tempo (casa e lavoro), e pianificare una strategia da seguire in caso di sisma. Quindi identificare subito i luoghi più sicuri dove ripararsi (sotto tavoli robusti, per esempio), restandoci fino a scossa conclusa. Sempre a livello preventivo è consigliabile non tenere grossi carichi appesi (come quadri o librerie) sopra il letto, il divano o ovunque si passi del tempo per dormire, riposare o rilassarsi. Per la cucina, invece, è auspicabile non tenere oggetti taglienti e pesanti su alte mensole o ripiani.
Importante è anche allestire un kit di sopravvivenza all’interno di uno zaino, per esempio, e tenerlo a portata di mano. Una torcia elettrica, un fischietto, farmaci di base e dell’acqua sono alcuni degli oggetti più importanti da tenere nel suo interno.
Tuttavia, sebbene sia quasi stancante ricordarlo, il problema principale che abbiamo nel nostro paese sono le infrastrutture costruite, ahimè, senza aver adottato alcun criterio antisismico, e tale noncuranza continua. E fino a quando le gestione politica non si deciderà a prendere coscienza del territorio e a edificare di conseguenza, ogni precauzione presa dalla popolazione rimarrà comunque marginale.